Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 17, 2009

AFGHANISTAN, UNA PACE DA CONQUISTARE

di Giacomo Stucchi

Abbiamo tutti visto in televisione le immagini della scena dell'attentato che ha colpito la capitale afghana, uccidendo decine di civili e sei militari del contingente italiano. Minuti terribili che però, visti in tv o su internet, siamo certi diano solo una vaga idea di che cosa si possa provare stando lì, alle porte dell’inferno, ad assolvere il proprio dovere rischiando costantemente la vita. Minuti drammatici che ricordano altre tragedie, dal crollo delle torri gemelle a New York alla strage di Nassirya, così come i tanti, troppi, attentati che negli ultimi anni hanno devastato le strade di Bagdad e Kabul, scandendo i ritmi di un tragico quanto inevitabile divenire quotidiano. Minuti pieni di lutto che hanno sconvolto la vita di tantissime famiglie e che hanno nello sciagurato vento dell’odio tra civiltà, che menti malate e prive di coscienza alimentano costantemente per aizzare gli uomini, gli uni contro gli altri, un unico filo conduttore. Non importa se una bomba esploda tra le strade di Kabul o in una grande città occidentale, la sostanza è che sono sempre gli innocenti a pagare le conseguenze della malvagità altrui. L’ennesima caduta sul campo afghano di soldati italiani, che operano con estrema professionalità (riconosciuta dal mondo intero) nell’ambito delle operazioni di pace, in un Paese martoriato dalla follia omicida di menti perverse, deve fare profondamente riflettere. In primo luogo, perché le nostre Forze Armate hanno già dato, in termini di sacrificio di vite umane, oltre ogni ragionevole misura; in secondo luogo, perché se è giusto e necessario che tutta la comunità internazionale continui a farsi carico del processo di democratizzazione di quella remota regione, lo è altrettanto il fatto che, forse, bisognerebbe cominciare a chiedersi se questi immani sforzi non stiano costando davvero troppo al mondo occidentale, in generale, e all’Italia in particolare. Troppo dolore e troppa sofferenza stanno caratterizzando la partecipazione dei nostri ragazzi in divisa a queste missioni di pace. Tutto ciò non significa un disimpegno totale ma certo una profonda riflessione, sugli scopi e le modalità prossime future della partecipazione italiana alla missione in Afghanistan, riteniamo debba essere fatta. Se così non fosse i primi a non capirne il motivo sarebbero tutti i cittadini, che già in queste ore si sono stretti in un abbraccio solidale con i familiari delle vittime. C’è, e bisogna una volta per tutte prenderne atto, una differente valutazione del valore e dell’importanza della vita tra chi, come i terroristi telebani, fanno del martirio lo scopo della propria esistenza e chi, invece, come i nostri ragazzi, pattugliano le strade di Kabul per portarvi la pace e la speranza. In questi giorni era stato salutato come un segnale positivo il ritorno in patria di Khaled Hosseini, lo scrittore afghano autore del best seller ‘Il cacciatore di aquiloni”, il romanzo simbolo attravesro il quale milioni di persone hanno potuto conoscere gli aspetti più reconditi del tragcio destino di un intero popolo. Ma adesso questa nuova tragedia ci riporta tutti nello sconforto e ci ricorda che laggiù la pace è ancora tutta da conquistare.