Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, settembre 02, 2009

CHE C'ENTRA IL VERDE DELLA PADANIA CON GHEDDAFI?

di Giacomo Stucchi

Ci mancava solo la questione “cromatica”, sollevata su uno dei tanti quotidiani fiancheggiatori dell’opposizione (in questo caso il Riformista), ad arricchire il già vasto repertorio degli attacchi alla Lega, peraltro tutti privi di fondamento e concretezza. Con il titolo “Da Bossi a Gheddafi, tutti quelli che rifiutano il tricolore”, un articolo pubblicato in prima pagina fa “notare” come “il verde è il colore della Lega e della Padania ma anche della Jamahiriya libica dell’Islam. Né Bossi né Gheddafi, seppure per diversi motivi, amano il tricolore della bandiera italiana”. Punto. Un’analisi davvero “profonda”, forse frutto del troppo tempo passato dal corsivista Alessandro Campi, politologo di fiducia di Gianfranco Fini e direttore scientifico di "Fare futuro" (la fondazione legata al''ex leader di An) al solleone di qualche spiaggia ristoratrice. Un articolo che la dice lunga sul livello delle analisi politiche pubblicate su certi organi di informazione. l'articolo, poi, continua con una disamina del Trattato di amicizia tra Italia e Libia, sottoscritto un anno fa e del quale si è celebrato il primo anniversario, con un approfondimento sui contenuti e sui reciproci diritti e doveri dei contraenti ma anche, occorre ammetterlo, con un riconoscimento a Berlusconi per la bontà dell’iniziativa, “probabilmente tra le cose migliori che abbia fatto”. Bene, ma cosa c’entra tutto questo coi colori della Padania e della Jamahiriya? Si tratta di un accostamento del tutto fuori luogo, privo di un significato politico di qualsiasi tipo, ma anche fuorviante per i lettori più distratti. Che fa il paio, del resto, con la campagna di stampa, condotta dai soliti giornali “militanti” di sinistra, che nelle scorse settimane hanno cercato di mettere zizzania nella maggioranza di governo descrivendo una coalizione ai ferri corti sulla scuola, sui volontari per la sicurezza, sull’inno e su altro ancora. Insomma, si è dato corso ad una cronaca dei fatti che non ha nulla a che vedere con la realtà, ma che probabilmente rappresenta invece la speranza di un'opposizione sempre più in difficoltà nel risalire la china. In altre parole, là dove il Governo, e la maggioranza che lo sostiene, ottengono risultati concreti, tanto sul piano interno quanto su quello internazionale, corrisponde un'opposizione inesistente nell’iniziativa politica e molto preoccupata di perdere anche le ultime roccheforti alle prossime elezioni regionali. Logico, quindi, che si ricorra a tutto pur di screditare le forze che sostengono il Governo. Tra queste, in primo luogo, è la Lega ad essere presa di mira. Probabilmente perché il Carroccio, come tutti sanno, è un alleato affidabile ma anche un movimento concreto, senza fronzoli, che va dritto al cuore dei problemi senza stare a fare tanti giri di parole. Questo pragmatismo ha già dato dei risultati tangibili sul piano legislativo e li darà ancor di più mano a mano che gli effetti dei provvedimenti approvati, primo fra tutti quello sul federalismo fiscale, saranno evidenti a tutti i cittadini. Si spiega così, allora, la “particolare attenzione” che taluni media hanno nei nostri confronti, ma soprattutto e a maggior ragione dopo i più che lusinghieri risultati delle Europee, la preoccupazione di talune forze politiche.