Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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lunedì, aprile 28, 2008

Compatta la maggioranza, resa dei conti nell’opposizione

di Giacomo Stucchi

E’ infantile il tentativo dell’opposizione, e di certa stampa, di bollare la XVI legislatura, che sta per aprirsi, come quella del “Parlamento del Nord”. Lo sanno che non è così, ma provano a seminare zizzania. La Federazione della Libertà, infatti, approverà nei prossimi 5 anni di Governo riforme e provvedimenti che andranno a vantaggio di tutti i cittadini, a prescindere dalla loro latitudine di residenza. E’ chiaro, però, che nessuno può pensare di chiedere alla Lega Nord di fare un passo indietro rispetto al proprio programma, che è stato condiviso da milioni di cittadini padani, che sarà portato avanti senza tentennamenti. Noi siamo molto ottimisti, anche perché, tra l’altro, una garanzia che tutto andrà per il meglio, è rappresentata anche dalla significativa pattuglia in Parlamento del Movimento per l’Autonomia, che rappresenterà gli interessi del sud, senza mediazioni di sorta. Starà a Berlusconi, poi, come leader della coalizione, trovare la sintesi tra le diverse istanze che, a nostro avviso, sono assolutamente conciliabili. Ecco perché, ne siamo convinti, la nuova legislatura si apre sotto i migliori auspici. Del tutto diversa, invece, è la situazione sul fronte dell’opposizione, che in questo momento, più che pensare a una strategia valida, da attuare già in occasione dei primi provvedimenti che arriveranno in Parlamento, sembra essere impegnata in una sorta di regolamento dei conti, sia all’interno al Partito democratico, sia tra quest’ultimo ed i suoi (già ex) alleati. Dopo l’annuncio dell’Italia dei Valori di voler fare gruppo a sé, infischiandosene così di uno dei principali impegni assunti da Walter Veltroni in campagna elettorale (ovvero quello di dar vita ad un solo gruppo parlamentare), il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, prende ulteriori distanze dal Pd, e lascia intendere che nella lunga traversata nel deserto, che aspetta il centrosinistra, valuterà di volta in volta come votare, non rispettando quindi alcun vincolo di coalizione. Se non è una pietra tombale, sulle speranze di dar vita ad una opposizione unitaria, poco ci manca. Tanto più poi che la strada intrapresa da Di Pietro sembra essere la medesima dei radicali. I quali, preso atto della deroga in favore dell’ex pm, potrebbero decidere a loro volta di lasciarsi le mani libere. I deputati, che fanno capo a Pannella e alla Bonino, stanno infatti riflettendo se entrare a far parte o meno del gruppo parlamentare del Pd. Se decidessero di restarne fuori, per Veltroni sarebbe il definitivo “Ko”. Tutta la sua politica degli ultimi mesi verrebbe smentita dai fatti e le critiche, che per il momento gli vengono mosse solo in alcuni articoli, potrebbero diventare una vera e propria contestazione della sua leadership. Gli editoriali al vetriolo, che già da qualche giorno appaiono su “Il Riformista”, sembrano esserne la prova. “Ciò che dovrebbe preoccupare il Pd - si legge, infatti, in uno di questi articoli – è il nervosismo del suo segretario. Già di suo, Veltroni non è tipo da traversate nel deserto. Non sa gestire le sconfitte. O se ne libera prima che arrivino, come fece nel 2001, lasciando i Ds in campagna elettorale, o le nega dopo che sono arrivate. Un leader deve rappresentare tutto il partito, non pretendere di impadronirsene”.