Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 06, 2006

Il Professore naviga a vista e si fa bello attaccando le categorie meno amate

Eccole lì, dopo le balle di primavera arrivano le trappole di inizio estate. Ma veramente qualcuno pensa che mettendo in croce tassisti, farmacisti, notai, avvocati in Italia decolla il liberalismo e i cittadini ne traggono un reale vantaggio? Ma per favore! Abbiamo rispetto per il ministro Pierluigi Bersani ma prenderci così per i fondelli non è neppure giusto.Immagino la riunione del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso. «Caro Romano - avrà esordito il ministro Bersani all'indirizzo del Professore - o ci diamo una smossa oppure altro che panettone, tu non arrivi nemmeno a bere il vino novello». Certo che - avranno pensato a Palazzo Chigi - con l'accaparramento delle poltrone, gli "spacchettamenti" dei ministeri per far spazio a tutti i pretendenti, le tre settimane di lavoro per i parlamentari, lo scandalo dei senatori a vita precettati in aula, la bufala del disastro dei conti pubblici, abbiamo fatto un bel casino: di certo la nostra esperienza di governo non poteva cominciare in un modo peggiore e allora bisogna trovare qualcosa che dia la sensazione di una rivoluzione a vantaggio dei cittadini ma che non comprometta né gli interessi dei partiti della coalizione di centrosinistra né quelli dei loro elettori. E allora? «Allora ho un idea - avrà esclamato il neo ministro per le Attività Produttive - prendiamo tre o quattro categorie minoritarie da un punto di vista elettorale, anzi invise all'opinione pubblica perché guadagnano bene, e liberalizziamo le loro attività. Avremo così un duplice vantaggio: da un lato daremo al popolo l'impressione di voler cambiare le cose per il suo bene, dall'altro lato ammantiamo il governo di una parvenza riformatrice, che non guasta mai».Naturalmente l'operazione non potrebbe mai riuscire se i quotidiani fiancheggiatori del centrosinistra non facessero la loro parte. E così il Corsera, il giorno dopo il Cdm, titola in prima pagina: «Dai taxi ai farmaci, via alle liberalizzazioni», e tutti a commentare la grande svolta con editoriali e articoli infarciti di dati e numeri sui presunti vantaggi per le tasche dei cittadini. Addirittura qualche esponente della Cdl, come Andrea Ronchi di An e Marco Follini dell'Udc (forse peccando di ingenuità, o forse con spirito machiavellico) elogiano le misure economiche dell'esecutivo Prodi e si rammaricano per non averle adottate quando stavano a Palazzo Chigi. Dimenticando però che quando si stava al governo proprio l'Udc e An lo hanno inchiodato per mesi e mesi con sterili polemiche. Allora, non è che per caso queste strane lodi alle "grandi liberalizzazioni" sono un segnale ben preciso che va nella direzione di un appoggio a questo o quel provvedimento? Spero di sbagliarmi ma anche la posizione assunta dall'Udc, in merito alla prossima votazione in Parlamento sul finanziamento delle nostre missioni all'estero, puzza di bruciato. Tanto varrebbe allora dichiarare finita una fase politica e cominciarne una nuova.Per quanto ci riguarda, siamo pronti a giudicare il governo Prodi sulle cose che fa, senza preconcetti, ma non ci si può mettere i salami sugli occhi e fingere di non capire che queste "liberalizzazioni" sono solo un diversivo per far scrivere i giornali e che alla fine, come del resto sta già accadendo con gli scioperi dei tassisti, serviranno solo a creare ulteriore confusione (cosa peraltro nella quale sino ad oggi l'Unione è stata maestra). Non so inoltre se tale misure fossero comprese o meno nel famigerato programma elettore cui Romano Prodi ha sempre detto di volersi ispirare. A quanto mi risulta di taxi, farmacie, notai e avvocati, non si è mai discusso nei dibattiti elettorali, nei quali primeggiavano invece il presunto "disastro economico" lasciato dal centrodestra e la proposta di "riduzione del cuneo fiscale" come panacea per risolvere tutti i problemi del Paese. Tutte cose delle quali oggi francamente si sono perse le tracce. La nostra sensazione è che il centrosinistra, che ha vinto le elezioni anche grazie ad una falsa informazione e con argomentazioni del tutto propagandistiche, stia da un lato navigando a vista senza sapere esattamente dove andare a parare e dall'altro rimangiandosi alcune impegni presi in campagna elettorale. Come quello, per esempio, sulla "concertazione" che - è stato detto da Prodi e compagni - avrebbe sempre accompagnato tutte le riforme e che invece, già in questi primi provvedimenti, non c'è stata.

Giacomo Stucchi - da LA PADANIA [Data pubblicazione: 06/07/2006]