IL GOVERNO DELLO "ZERO VIRGOLA"
di Giacomo Stucchi
Le dichiarazioni di giubilo dei rappresentanti del
governo per gli ultimi dati sul Pil e sull’occupazione diffusi dall’Istat
appaiono davvero fuori luogo. Per tutta l’estate Renzi e i suoi ministri, non
potendo vantare risultati concreti a seguito della loro azione di governo (ma
anzi dovendo annoverare disastri su disastri), hanno praticato un ignominioso
gioco delle parti, promettendo il taglio delle tasse sulla casa (senza
spiegare, però, con quali coperture sostituire il relativo gettito!), per poi
frenare, spiegando come ha fatto il ministro Padoan ad un opinione pubblica
sempre più perplessa, “che non esistono tagli delle tasse senza analoghi
sacrifici di spesa”. Insomma, le solite promesse alle quali poi non fanno
seguito fatti concreti. La verità invece è che, dalla riforma sulla scuola a
quella sulla pubblica amministrazione, caos, pressapochismo e improvvisazione,
continuano a caratterizzare l’operato del governo; e non può bastare di certo
qualche statistica meno pessimistica delle altre a invertire la tendenza. Anche
perchè si tratta di dati che al momento ci rilegano dietro alle economie più
avanzate e che comunque, per essere davvero significativi, devono consolidarsi
anche nei prossimi mesi. Fossi in Renzi, quindi, aspetterei prima di eccedere
nei trionfalismi. Tutti saremmo ben felici di constatare una vera ripresa
economica ma il fatto è che in particolare su Pil e occupazione, materie sulle
quali non ci si può permettere di giocare coi numeri, da mesi è in atto un
vergognoso balletto delle cifre da parte di un governo che si appella allo
“zero virgola” pur di dimostrare di aver fatto bene. Del resto, al di là dei dati,
la realtà nuda e cruda dell’economia reale, quella cioè che vivono tutti i
giorni le famiglie, chi fa impresa o chi non riesce a fare quadrare i conti pur
avendo uno stipendio fisso, parla ancora di una ripresa economica che langue e
di una tassazione opprimente.
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