Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, settembre 01, 2015

IL GOVERNO DELLO "ZERO VIRGOLA"

di Giacomo Stucchi
Le dichiarazioni di giubilo dei rappresentanti del governo per gli ultimi dati sul Pil e sull’occupazione diffusi dall’Istat appaiono davvero fuori luogo. Per tutta l’estate Renzi e i suoi ministri, non potendo vantare risultati concreti a seguito della loro azione di governo (ma anzi dovendo annoverare disastri su disastri), hanno praticato un ignominioso gioco delle parti, promettendo il taglio delle tasse sulla casa (senza spiegare, però, con quali coperture sostituire il relativo gettito!), per poi frenare, spiegando come ha fatto il ministro Padoan ad un opinione pubblica sempre più perplessa, “che non esistono tagli delle tasse senza analoghi sacrifici di spesa”. Insomma, le solite promesse alle quali poi non fanno seguito fatti concreti. La verità invece è che, dalla riforma sulla scuola a quella sulla pubblica amministrazione, caos, pressapochismo e improvvisazione, continuano a caratterizzare l’operato del governo; e non può bastare di certo qualche statistica meno pessimistica delle altre a invertire la tendenza. Anche perchè si tratta di dati che al momento ci rilegano dietro alle economie più avanzate e che comunque, per essere davvero significativi, devono consolidarsi anche nei prossimi mesi. Fossi in Renzi, quindi, aspetterei prima di eccedere nei trionfalismi. Tutti saremmo ben felici di constatare una vera ripresa economica ma il fatto è che in particolare su Pil e occupazione, materie sulle quali non ci si può permettere di giocare coi numeri, da mesi è in atto un vergognoso balletto delle cifre da parte di un governo che si appella allo “zero virgola” pur di dimostrare di aver fatto bene. Del resto, al di là dei dati, la realtà nuda e cruda dell’economia reale, quella cioè che vivono tutti i giorni le famiglie, chi fa impresa o chi non riesce a fare quadrare i conti pur avendo uno stipendio fisso, parla ancora di una ripresa economica che langue e di una tassazione opprimente.