Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, luglio 07, 2015

SENZA LA BCE I NOSTRI CONTI SAREBBERO GIA' A GAMBE ALL'ARIA

di Giacomo Stucchi
Quando il popolo si esprime è sempre una buona cosa. Da questo punto di vista il referendum greco ha molto da insegnare ai tecnocrati di Bruxelles; e noi della Lega Nord, che da sempre chiediamo di fare in modo che anche nel nostro Paese i cittadini si possano esprimere sull'Ue, visto che non hanno mai potuto farlo, lo abbiamo vissuto positivamente. Poi, però, passata l’emozione dell’evento rimane la dura legge dei numeri e la complessità della situazione; e allora Tsipras, che prima aveva festeggiato per la vittoria del “no” all’accordo coi creditori, poi è costretto a chiedere subito un prestito ponte di sette miliardi di euro per evitare la bancarotta. Il fatto è che, comunque vada a finire la vicenda greca, che peraltro nelle ultime ore sembra complicarsi ancor di più, un insegnamento può comunque essere tratto: come sosteniamo da tempo "questa Europa". così, non ha proprio alcun senso. E sarebbe ora che una certa classe politica, che nonostante tutto continua a chiedere una maggiore integrazione europea, cominci a riconoscere che avere messo sotto lo stesso ombrello della moneta unica economie e comunità molto diverse tra loro è stata un’operazione demenziale. Che sta dimostrando tutti i suoi limiti e che sarebbe già miseramente fallita se non ci fosse la politica finanziaria della Bce guidata da Mario Draghi. Senza il suo intervento lo spread tra i nostri titoli di stato (Btp) e quelli tedeschi (Bund) sarebbe probabilmente già alle stelle e i nostri conti pubblici a gambe all’aria. Altro che riforme, la verità è che l’efficacia del governo Renzi su certe dinamiche è pressoché pari allo zero. Le occasioni mancate sono molte, sia in politica estera, soprattutto con il semestre di presidenza italiana Ue trascorso invano; sia in politica interna, con il Parlamento impegnato da un anno a discutere di riforma del bicameralismo, certamente necessaria ma in questo momento non prioritaria, o del Jobs act, i cui risultati al momento ci consegnano una situazione con poche luci e molte ombre.