SULLE RIFORME NON SI DELUDANO I CITTADINI
di Giacomo Stucchi
I tomi che contengono le migliaia di emendamenti alla
riforma del Senato e del Titolo V sono la rappresentazione plastica delle
incertezze connesse al processo riformatore voluto da Renzi. Per questo fra
tutte le componenti che possono esserci in un dibattito di questa portata, che
mette mano a riforme che modificano l’assetto costituzionale e che si spera poi
possano durare decenni per dare certezze ai cittadini, l’unica cosa
ingiustificata è la fretta. Non bisogna sottovalutare quindi l'importanza
dell'ascolto, anche di ciò che fuori da quest'Aula viene suggerito da persone
che sono esperte e competenti. Bisogna ascoltare chi sul territorio è chiamato
ad operare quotidianamente all'interno di istituzioni per capire e quindi
decidere. Occorre trovare quelle soluzioni che abbiano la maggior condivisione
possibile all'interno di quest'Aula e che possano poi diventare norma
definitiva. Per non generare delusione nell'aspettativa dei cittadini, che in
questo momento credono che qualcosa possa essere fatto per cambiare davvero le
istituzioni e riempirle di contenuti condivisi. Siamo disponibili a discutere
di riforme avendo però fissato dei paletti, in primis il riconoscimento del
ruolo dei territori ma anche un Senato maggiormente rappresentativo degli
stessi. Su questi temi ci confrontiamo, come su ogni emendamento o articolo
della modifica costituzionale, ma non c'è alcun voto scontato. Sulle riforme
dobbiamo fare delle scelte con calma, con tutto quel tempo che serve per poter
essere certi di fare quelle giuste. Soprattutto poi pensando a quando sarà
naturale non toccare più la seconda parte della Costituzione per decenni.
Perché se è vero che esistono delle Costituzioni che sono state costantemente
aggiornate, come quella francese, occorre anche evitare di mettere mano alla
revisione delle Carte a ogni piè sospinto.
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