Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 17, 2014

TANTO POTERE MA NESSUN RISULTATO PER IL GOVERNO RENZI

di Giacomo Stucchi

Possiamo dire senza paura di essere smentiti  che Renzi, a furia di aprire di continuo nuovi fronti sui quali intervenire, sta portando il Paese sull'orlo del precipizio? Se guardiamo ai fatti concreti, senza atteggiamenti di parte pro o contro il giovane premier, direi proprio che la risposta è sì. A sostenerlo non è solo la Lega Nord, che dell’azione politica dell’ex sindaco di Firenze ha diffidato (a ragione) sin dal primo momento, ma un pò tutti gli osservatori, a partire dai grandi quotidiani, che conti alla mano stanno cominciando a chiedersi se davvero la sua politica darà mai dei frutti concreti. I dubbi sono più che legittimi. Non solo perché il timing delle riforme previsto dal presidente del Consiglio è già saltato,  ma soprattutto perché ad essere latitante nella sua azione politica è sempre stato il metodo. Come rimarcato in un editoriale odierno, l’impeto, pur necessario in questa fase, al momento ha prodotto solo “antitesi, quasi mai sintesi”. E’ un pò la chiave di lettura di questi primi mesi di Renzi a  Palazzo Chigi: tanti annunci, molta esibizione di muscoli (soprattutto dopo il 40,8 % ottenuto alle elezioni europee) ma pochissima sostanza. Si dirà che il premier sconta anche un immobilismo pluriennale, oppure che lede interessi consolidati, che  non stanno certo a guardare ma cercano di esercitare un’azione di interdizione; di contro, però, nessun capo di governo, nemmeno Berlusconi all’apice della sua esperienza politica (sempre condizionata  dalle inchieste giudiziarie), ha mai avuto il potere e lo spazio di manovra politico e istituzionale  del quale, per una serie di ragioni, gode oggi Matteo Renzi. Eppure, nonostante questo, i risultati al momento sono una porta sbattuta in faccia in Europa, dei dati economici sempre più drammatici (sui quali  peraltro l’intervento di oggi alla Camera del ministro dell’Economia Padoan non ha dato alcuna rassicurazione degna di nota)  e un Parlamento impantanato in una confusa fase legislativa.