GOVERNO RENZI, TRA CRITICHE E INSOFFERENZE
di Giacomo Stucchi
La sicumera che sino ad oggi il presidente del Consiglio ha mostrato, nel portare avanti la sua azione di governo, comincia a scricchiolare. Non si spiega altrimenti l’insofferenza che di continuo il premier mostra di avere verso tutti coloro che lo contraddicono. Questi cominciano ad essere in tanti e da tutte le parti, come con la Cgil, da sempre punto di riferimento del Pd, il premier non si comprende e la sua assenza al congresso del sindacato lo conferma. Le critiche riguardano molte cose: dal provvedimento sul lavoro alle coperture finanziarie alla base del decreto Irpef, che non sembrano essere così certe come Renzi ha sempre detto. Anche l’Istat ha fatto rilevare ciò che noi diciamo da settimane; e cioè che il bonus di 80 euro in busta paga, ancorché garantito per tutto il 2014, avrà un effetto minimo sui consumi e quindi sulla ripresa dell’economia. E non sarà certo uno spread in discesa di pochi decimali ad invertire la rotta se poi, a dettare la politica economica del governo, rimangano i parametri capestro di Bruxelles. Insomma, tutti i principali provvedimenti, sui quali il premier ha messo in gioco gran parte della sua credibilità, nel tentativo di mettere quanta più benzina possibile nel motore del Pd in vista delle elezioni europee, prestano il fianco a severe critiche. Così l’appuntamento elettorale del 25 maggio non sarà un semplice test, ma una prova decisiva per Matteo Renzi che, insediatosi a Palazzo Chigi senza passare dal voto ma con una manovra di palazzo (l’ennesima degli ultimi anni!), deve ancora dimostrare di essere legittimato a governare. Ma se il risultato del voto non andasse secondo le aspettative, una parte del Pd attenderebbe il premier al varco; e tutto questo avrebbe delle conseguenze sul futuro del governo.
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