CI MANCAVA SOLO PRODI, IL 'RITORNO AL FUTURO' DELLA SINISTRA E' GARANTITO
di Giacomo Stucchi
Ci mancava solo Romano Prodi per un perfetto ritorno
al futuro del centrosinistra. Si sono riempiti la bocca con parole quali
rinnovamento o rottamazione ma la verità è che se malauguratamente i cittadini
dovessero portare Bersani a Palazzo Chigi di colpo si ritroverebbero catapultati
nel passato. Magari con Massimo D'Alema o Vincenzo Visco alla guida di ministeri
chiave, e con le solite immutate diatribe all'interno del variegato mondo della
sinistra. Dicono di aver sottoscritto una carta d'intenti per andare d'accordo
ma, anche se fosse vero, quest'atto non darebbe alcuna garanzia di un governo
stabile e coeso. Vi ricordate il famoso programma dell'Unione? Avrebbe dovuto
vincolare i partiti della sinistra che portarono nel 2006 al secondo governo
Prodi, ovvero il più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri,
viceministri e sottosegretari), e invece si rivelò semplicemente carta straccia,
un inutile libro dei sogni tanto irrealizzabile quanto non condiviso. Dopo
appena due anni di vita, e un'infinita serie di polemiche, la sinistra fallì
miseramente nella sua esperienza di governo. Ad anni di distanza sono ancora
fermi lì, con l'aggravante di dovere con molta probabilità non solo far
convivere Vendola e la sinistra moderata, ma anche Sel con Monti, Fini e Casini.
Insomma, Bersani potrebbe battere persino Prodi, sia nel numero di ministri che
inevitabilmente finirebbero per affollare un suo ipotetico governo, sia per
brevità di permanenza alla guida di un siffatto esecutivo che verosimilmente non
andrebbe da nessuna parte. I centristi hanno infatti come unica velleità quella
di sopravvivere, cercando di aggrapparsi ad alcune poltrone di salvataggio per
evitare l'estinzione politica, e di sperare che Monti porti in Parlamento una
pattuglia di deputati e senatori da poter offrire a Bersani, per la costituzione
di un nuovo governo a sostegno delle banche e degli interessi centralisti e
assistenzialisti di Roma. E' tutta qui la strategia della sinistra e d'altra
parte i silenzi di Bersani in campagna elettorale, durante la quale non ha mai
speso una parola per dire cosa farebbe davvero una volta al governo, sono più
eloquenti di mille parole.
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