Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, agosto 02, 2012

ECONOMIA AL COLLASSO, MONTI FACCIA MEA CULPA

di Giacomo Stucchi

E' davvero singolare sostenere, come continua a fare il premier Monti, che dai partiti rappresentati in Parlamento, e da cosa essi facciano o meno in questo scorcio di legislatura, dipenda l'andamento dello spread! Già, perché a tale affermazione, che non risponde al vero ma soltanto a logiche pretestuose di tattica politica, ne equivale di fatto un'altra proferita dai soliti soloni del centrosinistra che nel novembre dello scorso anno ipotizzavano che alla caduta del governo Berlusconi sarebbe corrisposto un calo dello spread addirittura di 200 punti! Una previsione che, come si sa, si è rivelata del tutto sbagliata. Così come è fuorviante per l'opinione pubblica il continuo pressing sul Parlamento, da ultimo riferito all'approvazione del provvedimento sulla Spending review, arrivato in Aula alla Camera dopo il veloce esame (appena un giorno!) delle commissioni di merito e consultive, come se dal lavoro di deputati e senatori possano dipendere del tutto le decisioni degli operatori sui mercati finanziari internazionali. Semmai ci sarebbe da prendersela con quelle forze politiche che prima hanno dato vita alla 'strana maggioranza' e poi, constatando il fallimento del governo dei Professori, hanno cominciato a prenderne le distanze. Insomma, il messaggio che si intende far passare, e cioè che se il differenziale tra i Titoli tedeschi e quelli del nostro Paese non diminuisce (o non diminuisce significativamente) questo dipende dalla presunta incapacità del Parlamento di assolvere al suo dovere, è una semplice mistificazione. La verità è che Monti, anziché fare mea culpa per i provvedimenti recessivi adottati dal suo governo e uscire di scena con dignità, scarica al Parlamento le inquietudini dei mercati finanziari internazionali. I quali, sempre secondo Monti, è anche possibile che tardino a capire gli effetti economici di certe manovre governative dei Professori ma, anche se fosse così, di certo non sarebbero i soli. Perché anche il nostro sistema economico non sembra per niente agevolato né dalla riforma delle pensioni, né da quella sul lavoro, anzi! Basta guardare i dati forniti dall'Inps, secondo i quali le ore di cig autorizzate a luglio sono state 115,7 milioni, in aumento del 21,3% rispetto a giugno (quando sono state 95,4 milioni di ore) e del 44,2% rispetto a luglio dello scorso anno (80,3 milioni di ore), per capire come stanno davvero le cose. Ancora peggio poi se si guarda ai consumi: ai minimi storici dal dopoguerra, secondo la previsione di Confcommercio, relativa ai consumi pro capite del 2012. La previsione di un calo del 2,7% dei consumi per quest'anno è stata rivista al ribasso, arrivando a -2,8%, con un ulteriore abbassamento dello 0,8% previsto per il prossimo anno.