LA VERA 'SPENDING REVIEW'? L'IMMEDIATA ADOZIONE DEI COSTI STANDARD NELLA PA
di Giacomo Stucchi
Sulla riforma della legge elettorale la Lega Nord ha
già dato il suo contributo, in termini di chiarezza e di semplicità di
applicazione delle modifiche, ma la melina nella quale la strana maggioranza che
appoggia l'Esecutivo continua ad essere impegnata ha fatto diventare il
dibattito davvero stucchevole. Ecco perché alla disputa sul nuovo sistema di
voto, che se approvato almeno in un ramo del Parlamento prima della pausa estiva
potrebbe portare il Paese alle urne già in autunno, preferiamo invece porre
l'attenzione sul lavoro che i nostri gruppi parlamentari stanno portando avanti
in difesa degli interessi del nord. Mi riferisco, in particolare, alla battaglia
che il Carroccio sta conducendo per migliorare il provvedimento per la revisione
della spesa pubblica, attualmente in discussione al Senato. Lo scopo è quello di
modificare il più possibile il principio che sta alla base del provvedimento e
che vede nell'applicazione dei tagli lineari una scure che colpisce in modo
indiscriminato tutte le amministrazioni pubbliche, sia quelle virtuose che hanno
garantito negli anni una buona ed efficiente gestione dei loro servizi
mantenendo i conti in ordine, sia quelle inefficienti che hanno sperperato le
loro risorse in mille rivoli clientelari. Tra i Comuni del nord a guida
leghista, per esempio, sono molti quelli che acquistano beni e servizi a prezzi
standard, in qualche caso anche al di sotto della media. E' quello che avrebbero
dovuto fare tutti i Comuni del Paese se il governo Monti non avesse messo negli
ultimi mesi le zavorre al nostro federalismo fiscale, ed in particolare
all'adozione dei costi standard. Che adesso, anche a seguito di una recentissima
sentenza della Corte Costituzionale (n.193/2012), in base alla quale i tagli
alla spesa pubblica delle ultime manovre previsti come strutturali e definitivi
scadranno nel 2014, diventano invece un passaggio obbligato. "I fabbisogni
standard - come riconosce con onestà intellettuale un articolo pubblicato su Il
'Sole 24Ore' - che identificano le spese di ciascun ente giustificante sulla
base delle proprie caratteristiche strutturali (popolazione, territorio e, per
la polizia locale, presenza di campi nomadi, numero di scuole, di zone Ztl,
ecc.), sono una riforma fondamentale per orientare la riduzione della spesa
sugli sprechi e non sui servizi. Sui fabbisogni standard - continua l'articolo -
è necessario che si orienti la spending review e la perequazione, superando il
criterio della spesa storica". Insomma, la Lega Nord di governo ci aveva visto
giusto e se il federalismo fiscale, e con esso l'obbligo per tutte le pubbliche
amministrazioni di adottare i costi standard, fosse stato applicato sino in
fondo probabilmente oggi noi avremmo già usufruito dei primi benefici effetti
sul fronte della razionalizzazione delle spesa pubblica. Con il governo dei
Professori, invece, stiamo ancora a discutere su cosa e dove tagliare!
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