Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, luglio 03, 2012

IN EUROPA CON LA PADANIA

di Giacomo Stucchi


In politica le decisioni vanno prese finalizzandole al raggiungimento di un obiettivo. Con l'elezione di Roberto Maroni a segretario federale della Lega Nord l'obiettivo del nostro movimento non cambia, rimanendo quello di porre al centro del dibattito politico la questione settentrionale, ma è la strategia che potrebbe mutare per adattarsi alle condizioni date e per permettere di portare a casa l'autonomia del nord. Il Carroccio è sempre stato, rispetto agli altri partiti, non solo alternativo ma anche un passo in avanti. Abbiamo cioè sempre visto oltre la mera contingenza, guardando a processi politici e istituzionali che forse necessitavano di tempo ma che di certo sono sempre stati rivoluzionari. Oggi però il governo centrale è nelle mani di un rappresentante delle banche, e della burocrazia statalista, che fa di tutto per spremere il nord negandogli ogni possibile autonomia, come quella che stava alla base della nostra riforma sul federalismo fiscale e che Monti ha pensato bene di riporre in un cassetto. Anche il risultato ottenuto dal governo a Bruxelles sul meccanismo anti-spread, passato l'eco dell'euforia profusa a piene mani dai sostenitori del professore, non è poi così scontato. Si aspetta di capire come funzionerà il sistema e se continuerà a operare secondo le regole già in vigore; per quanto riguarda poi la Bce, anche lì bisognerà attendere per vedere che tipo di supervisione bancaria opererà e che coinvolgimento, eventualmente, avrà nel meccanismo anti-spread. Insomma, il tanto pubblicizzato successo del Professore sul fronte comunitario è tutto da dimostrare ed è anzi altamente probabile che si riveli un altro fuoco di paglia. Ecco perché è un atteggiamento irresponsabile quello dei partiti che continuano ad appoggiare il governo ad ogni costo e infischiandosene del fatto che aziende e famiglie sono con l'acqua alla gola, guardano invece solo alle loro future alleanze. In questo quadro, constato il fallimento delle misure adottate sino ad oggi per superare la crisi, e potendosi per questo profilare nell'immediato futuro la necessità di nuove cessioni di sovranità dei singoli Stati membri in favore dell'Ue, allora potrebbe diventare ineludibile, oltre che auspicabile, che nuovi interlocutori delle istituzioni comunitarie siano le Macroregioni e quindi la Padania. Ecco perché, dopo Piemonte e Veneto, potere annoverare anche la Lombardia tra le regioni a guida leghista metterebbe il nord nelle condizioni migliori per far valere le ragioni di popoli che non possono più essere soggiogati e costretti a pagare sempre per tutti! Il nord, infatti, ha tutte le carte in regola per stare in Europa senza dovere chiedere sacrifici alle proprie imprese e ai cittadini, così come invece lo costringe a fare l'attuale governo.