Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, febbraio 07, 2012

LA NUOVA LEGGE ELETTORALE NON BASTA SENZA CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI

di Giacomo Stucchi

Il Carroccio non accetterà mai una legge elettorale che tagli fuori cospicue rappresentanze elettorali, quali sono quelle che il nostro movimento ottiene in Padania, e lasci il Parlamento nelle mani dei soliti partiti centralisti e romanocentrici. Per quanto ci riguarda la cosa migliore sarebbe quella di andare al voto al più presto per ridare la parola ai cittadini, che si sono visti scippare un governo democraticamente eletto, ma ormai appare evidente come Pdl-Pd e Terzo Polo non vogliono saperne di uscire dalla stanza dei bottoni. Bisogna perciò intendersi bene di che cosa stiamo parlando, e a quale fine, quando sul tappeto si pone la questione della riforma della legge elettorale. Sino ad oggi si è andati avanti con riforme del sistema di voto che non hanno tenuto conto né del quadro d'insieme istituzionale, nel quale la legge elettorale va comunque inserita, né della necessità di una modifica dei regolamenti parlamentari. Su entrambi questi fronti la Lega Nord è sempre stata promotrice di profondi cambiamenti. Senza questi due elementi infatti, piaccia o no, la questione posta da più parti della riforma della legge elettorale diventa un falso problema. Perché è vero che quella attuale lascia tutti un po' insoddisfatti (a cominciare dai cittadini che non possono scegliersi il proprio candidato) ma lo è altrettanto il fatto che il nostro sistema legislativo è ingessato anche a causa di procedure parlamentari, i regolamenti appunto, che rispecchiano un sistema bicamerale perfetto che in sostanza fa fare ai due rami del Parlamento le medesime cose. Se tutto questo poteva avere una giustificazione agli albori della Repubblica, quando l'esperienza di un ventennio di dittatura rendeva obbligata la scelta di un sistema di pesi e contrappesi, oggi non c'è una sola ragione che giustifichi l'esistenza di due assemblee parlamentari, per un totale di poco più di novecento tra deputati e senatori, impegnate a fare le stesse identiche cose. Sono queste le basi sulle quali dovrebbe avviarsi ogni concreto e serio confronto sul tema della riforma elettorale. Dal nostro punto di vista, ovvero di un movimento che guarda agli interessi della gente che rappresenta e si batte in Parlamento per tutelarli, sull'argomento non ci sono altri ragionamenti da fare. Non vorremmo però che l'attuale maggioranza, avendo delegato le funzioni della politica al governo tecnico di Mario Monti ed essendo quindi impegnata nel disperato tentativo di riabilitare se stessa, soprattutto agli occhi di un 'opinione pubblica sempre più disorientata, si impantani in un'estenuante ed inutile melina su quale sistema di voto adottare. Magari per trovare poi una soluzione che porti dal bipolarismo al bipartitismo! Sarebbe un atto di incoscienza che il nostro Paese, alle prese con una crisi economica che continua a mordere e che mette sempre più in difficoltà soprattutto i piccoli imprenditori e le famiglie, non può certo permettersi.