Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, agosto 02, 2011

SI LAVORI PER IL BENE COMUNE

di Giacomo Stucchi



Confessiamo la difficoltà a capire la strategia che sottintende alla richiesta di dimissioni del Governo da parte del Terzo Polo e del Pd con la complicità dell’Idv che è anche andata oltre avanzando la richiesta di elezioni anticipate. Come se queste forze politiche, che in passato non hanno certo brillato nelle loro perfomance al governo, sul piano dell’affidabilità ma anche su quello dell’efficienza, avessero la bacchetta magica per cambiare il difficile contesto nel quale ci troviamo ad operare. In realtà, la situazione economica negli Stati Uniti, con l’approvazione in extremis del piano anti-default (frutto di un compromesso tra repubblicani e democratici, la cui validità rimane comunque a tempo e per niente scontata nei mesi futuri), e le conseguenti fibrillazioni dei mercati finanziari (che inevitabilmente ci riguardano direttamente), richiederebbero una maggiore coesione di tutte le forze politiche intorno al Governo legittimamente in carica. Sono ormai diverse settimane che nei nostri interventi sottolineiamo questo aspetto, ma il punto è che le opposizioni tutto fanno tranne che l’interesse del Paese. Ciò che occorre in questo momento è un atteggiamento responsabile e consono alla situazione, mentre da Bersani, Casini e Di Pietro sentiamo ripetere la solita litania della richieste di dimissioni. Come se queste, da sole, potessero servire a risolvere tutte le questioni sul tappeto. Nessun Governo, da solo e nelle condizioni date, potrebbe riuscire nel compito improbo di affrontare e uscire indenne dalla tempesta finanziaria internazionale in atto. Ciò che forse sfugge a certi dirigenti politici di casa nostra è che negli ultimi tempi nel mondo occidentale sono saltate, una dietro l’altra, tutte le certezze che la comunità internazionale ha sempre avuto negli ultimi decenni. La crisi di affidabilità dell’economia americana, la cui credibilità (pur con l’accordo politico raggiunto sul nuovo tetto del debito pubblico) non sarà più la stessa, la dice lunga sul quadro generale nel quale il Governo si trova ad operare. In questo contesto l’Italia, che ha un debito pubblico tra i più alti al mondo, che sconta un ritardo nella realizzazione di quelle riforme che avrebbero contribuito a cambiare in meglio il Paese e il suo sistema istituzionale, che ha preso l’impegno con l’Europa di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014, e che contestualmente deve provvedere a rilanciare lo sviluppo, l’occupazione e la produzione industriale, è stata presa di mira dagli speculatori internazionali. Dinanzi a questi fatti inoppugnabili occorrerebbe quindi uno sforzo da parte di tutti, anche per favorire un’applicazione concreta della manovra appena approvata. Che senso ha avuto, infatti, l’atteggiamento di collaborazione da parte delle opposizioni, durante il varo in Parlamento della manovra, quando un minuto dopo si è ricominciato con la solita solfa della richiesta di dimissioni al Governo?