Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, luglio 26, 2011

STARE ALL'OPPOSIZIONE NON ESIME IL PD DA RESPONSABILITA'

di Giacomo Stucchi





La lettera di Bersani al Corriere della Sera, che tecnicamente si può sintetizzare in un appello alla classe politica, per quanto riguarda la proposta di una legge sui bilanci dei partiti, ma che politicamente è un chiaro tentativo di prendere le distanze dall’inchiesta giudiziaria di Monza, soprattutto quando il segretario del Pd sottolinea che il suo partito “è totalmente estraneo ai fatti oggetto di indagine”, riporta coi piedi per terra il maggiore schieramento di opposizione. Per troppi mesi infatti abbiamo dovuto assistere, dentro e fuori il Parlamento, ad un atteggiamento censorio del Pd auto-collocatosi al di sopra delle presunte debolezze altrui. Le inchieste giudiziarie lombarde balzate agli onori della cronaca negli ultimi giorni, unitamente alle responsabilità della classe dirigente del Pd nelle vicende sui rifiuti di Napoli e sulla malasanità pugliese (solo per citare i casi più eclatanti), dimostrano che in realtà il Partito Democratico non è mai stato nelle condizioni di potere rivendicare alcuna patente di moralità. Premesso che qui non si tratta di tirare in ballo il classico "mal comune mezzo gaudio" (considerato che per quanto ci riguarda episodi di corruttela e di mal costume, da qualsiasi parte politica vengano posti in essere, sono sempre da condannare e da perseguire con tutti i mezzi), il punto è che il Pd ha tentato di “fustigare” politicamente governo e maggioranza, e per molti mesi si è anche illuso di poter rovesciare un esecutivo democraticamente eletto grazie alle inchieste giudiziarie, senza preoccuparsi di avanzare proposte serie e alternative in riferimento alle tante questioni sul tappeto. Sulle riforme poi, all’atteggiamento di apertura assunto nella prima parte della legislatura, si è via via sostituito un muro contro muro. Si dirà che si tratta di un film già visto! E’ vero, ma con l’aggravante che l’attuale contesto economico internazionale non consente più a nessuno di tergiversare. Dare addosso ai rappresentati del governo, in primis al presidente del Consiglio, nel tentativo di delegittimarli, in molti casi significa mettere a repentaglio non tanto la reputazione di Tizio o di Caio ma la sicurezza del Paese. Spalleggiata da organi di informazione di parte, la stessa che adesso però sulla vicenda di Penati procede coi piedi di piombo, la classe dirigente del Pd per mesi ha giocato al massacro. Per questo accogliamo positivamente, non le inchieste giudiziarie che lo riguardano, e sulle quali comunque speriamo venga accertata presto e bene tutta la verità, ma i nuovi buoni propositi del Pd a discutere di riforme, compresa quella di una nuova legge sui bilanci dei partiti. Che, a condizione che funzionino democraticamente, per quanto ci riguarda continuano ad essere la migliore cinghia di trasmissione possibile tra gli elettori e il vertice politico ed istituzionale. Per un partito politico, tuttavia, trovarsi collocato all’opposizione non lo esime certo dalle responsabilità.