Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, aprile 12, 2011

SUL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE SERVE UNA BUONA DOSE DI PRAGMATISMO

di Giacomo Stucchi

Poiché non è più tempo di politically correct né di bon ton diplomatico, ammesso che negli ultimi mesi ve ne sia stato, negli affari di politica interna così come in quelli internazionali, dobbiamo cominciare a dire ciò che in molti pensano ma per pudore, o convenienza, non dicono: l’Ue non ci sta più bene alle condizioni date e l’Italia in questo momento deve pensare un po’ meno a mandare in giro per il mondo i propri soldati e un po’ di più a difendere i suoi confini. Si tratta di un esigenza ancor più avvertita oggi che l’emergenza immigrazione clandestina è evidente in tutta la sua possibile virulenza, così come del resto il ministro dell’Interno Maroni aveva ampiamente previsto. Rispetto agli accadimenti in atto, e cioè la crisi libica (che peraltro, sia sul piano diplomatico sia su quello militare, si trova in una situazione di stallo), ma anche più in generale il fermento sociale esistente in tutto il Maghreb ( i cui sviluppi al momento nessuno può prevedere), esistono almeno due approcci: quello strumentale e quello pragmatico. Purtroppo di esempi del primo tipo ne abbiamo ormai tantissimi: basta sfogliare le pagine della stampa ostile al governo, o guardare certi dibattiti televisivi che hanno solo l’obiettivo di mettere in cattiva luce l’operato dell’esecutivo. Vecchi e nuovi oppositori del Governo ce la stanno mettendo davvero tutta per cavalcare l’onda di un possibile disagio sociale, conseguente al flusso migratorio di migliaia di clandestini. Inoltre, anziché fare quadrato intorno alla politica del Governo, che mira alla salvaguardia del nostro territorio e delle nostre comunità, ma anche all’aiuto umanitario in quelle terre da dove vanno via migliaia di individui, non riescono a guardare oltre il mero interesse personale. Alcuni esponenti dell’opposizione, ai quali peraltro saranno sfuggiti gli avvenimenti degli ultimi due anni, e che probabilmente più che al problema degli immigrati pensano ad un riscatto elettorale dopo le batoste degli ultimi anni, hanno persino negato che la politica del Governo nei rapporti con la Libia abbia dato i sui frutti, almeno sino a quando Gheddafi si trovava in sella alla guida di quel Paese. Costoro infatti fanno finta di dimenticare che prima dello scoppio della rivoluzione gli sbarchi erano praticamente inesistenti e le aziende italiane, sia pubbliche che private, si trovavano nelle migliori condizioni possibili per fare ottimi affari in Libia. Se abbandoniamo le suddette ipocrisie e le strumentalizzazioni politiche esiste però, coma già detto, un altro modo di guardare al problema: pattugliamento delle coste, anche in collaborazione con Paesi rivieraschi, unitamente ai rimpatri costanti dei clandestini. Entrambi le misure costituiscono una difesa, e al contempo un deterrente, per scongiurare che altre decine di migliaia di persone si riversino sulle nostre coste.