Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 29, 2011

GLI STECCATI IN PARLAMENTO POTREBBERO LASCIARE IL POSTO AD UNA NUOVA FASE COSTITUENTE

di Giacomo Stucchi

Fatta eccezione per l’iter di approvazione del decreto sul federalismo municipale, sul quale le opposizioni hanno alzato delle barricate pretestuose che non hanno permesso un sereno confronto sui contenuti del provvedimento, tutto il procedimento legislativo per l’approvazione del federalismo fiscale è stato, sino ad oggi, un esempio di come dovrebbe e potrebbe operare il Parlamento se solo volesse avviare davvero una nuova fase costituente. Certo, nessun risultato si ottiene per caso e se non ci fosse stata l’infaticabile opera del Ministro Roberto Calderoli e la sapiente regia di Umberto Bossi, così come la disponibilità al dialogo di alcuni esponenti del Pd di buona volontà, non avremmo raggiunto certi risultati. Ma l’audacia e la volontà, da soli, non bastano se non si crea un clima di collaborazione. Nel rispetto, ovviamente, dei ruoli assegnati dagli elettori (maggioranza e opposizione) e delle aspettative, che ognuno di noi ripone nel suo partito ma soprattutto nel programma che lo stesso intende portare avanti. Quando parliamo di confronto politico, infatti, non intendiamo riferirci a intese elettorali, che per la Lega Nord sarebbero contro natura rispetto alla salda alleanza esistente con il Pdl, ma più precisamente come forze di maggioranza al comune auspicio con il Pd, o con qualunque altro partito dell’opposizione, di contribuire alla costruzione di un nuovo assetto costituzionale. Sul piano prettamente politico il dato è che la legislatura dura e quindi il Parlamento, portato a compimento il federalismo fiscale, ha la possibilità, di guardare oltre. Il federalismo fiscale non è un semplice provvedimento per il quale basta un termine di riferimento per farlo entrare in vigore, ma un processo complesso che quanto più si realizza tanto più diviene irreversibile. Un processo nel quale ci sono molti attori protagonisti, dallo Stato alle Regioni, dalle Province ai Comuni e che non sarà pienamente compiuto se non si pongono da subito le basi per la realizzazione di riforme costituzionali, come l’introduzione del Senato delle Regioni, la riduzione del numero dei parlamentari o la ridefinizione del bicameralismo. Insomma, c’è l’occasione, guardando nel medio e nel lungo periodo, di lavorare profiquamente alla modernizzazione delle nostre istituzioni. Nella Lega Nord ci sono tanti uomini e donne di buona volontà pronti a dialogare per trovare la migliore sintesi possibile alle diverse posizioni in campo. Del resto una collaborazione definita e puntuale su determinate questioni serve a costruire un Paese migliore per tutti.