Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, marzo 22, 2011

SULLA LIBIA LA LEGA NORD E' RESPONSABILE MA NON POLITICAMENTE AFONA

di Giacomo Stucchi

E’ davvero stupefacente constatare come nel nostro Paese anche su una vicenda preoccupante e complessa, qual è al momento la crisi libica, le opposizioni trovino il modo di fare della sterile polemica. L’ultimo Consiglio dei Ministri è servito a fare chiarezza sulle posizioni del Governo nel suo complesso ma anche sulla necessità che sull’intervento in Libia si esprima il Parlamento. La Lega Nord ha già indicato le priorità : petrolio, gas, profughi e blocco navale fra i punti salienti. Non c’è nessun distinguo rispetto agli impegni già presi da Palazzo Chigi ma una cosa è la responsabilità di Governo, e gli obblighi che da essa ne derivano, un’altra cosa invece l’afonia politica e istituzionale. Quanto sta accadendo in Libia e le implicazioni che potrebbero ancora derivarne, soprattutto nel nostro Paese, a causa dei raid in quel territorio, costituiscono un argomento troppo importante per fare polemica. A chi nella sinistra desidera perseverare su questa strada diciamo soltanto che non abbiamo dimenticato che, proprio sulla politica estera, un certo Franco Turigliatto, esattamente il 24 gennaio del 2008, contribuì ad affossare il governo Prodi! Ciò detto, veniamo alle cose che contano davvero e che non possono che preoccupare la Lega, ma anche qualsiasi persona di buon senso. Per settimane il ministro dell’Interno Maroni ha giustamente denunciato l’immobilismo dell’Europa sul fronte umanitario nella crisi libica ma anche, più in generale, in tutto il nord Africa. Aiutare quella gente nella loro terra, anche per impedire che approdino sulle nostre coste, era e rimane un imperativo categorico. Per tutta risposta alcune cancellerie europee hanno deciso, non si sa quanto mosse da ragioni umanitarie o piuttosto da quelle economiche e commerciali, per i bombardamenti in Libia. A far da “scudo” a questa decisione una risoluzione dell’Onu, nella quale in sostanza non si dice di abbattere Gheddafi ma “solo” di salvaguardare i civili. Una strategia che per la verità, visto gli ultimi accadimenti sul fronte libico, si sta rivelando un po’ più complicata del previsto, anche in considerazione della reazione da parte delle milizie del Colonnello. Del quale, si badi bene, non ci interessa certo difenderne la causa, ma dal cui destino, purtroppo, derivano importanti conseguenze per il nostro Paese: dai contratti commerciali con le aziende italiane, sui quali altri “partner” europei vorrebbero mettere le mani, all’approvvigionamento energetico del nostro Paese; dal rischio immigrazione di centinaia di migliaia di profughi, peraltro in parte già in corso, al pericolo di cellule terroristiche libiche che potrebbero infiltrarsi tra i profughi. Insomma, i motivi di preoccupazioni sono tanti ed è per questo che la Lega ha messo nero su bianco le condizioni che, a nostro modo di vedere, metterebbero in sicurezza il nostro Paese evitandogli di fare solo il gioco di altri.