Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 16, 2009

L'OPPOSIZIONE NON STRUMENTALIZZI LA LETTERA DI NAPOLITANO

di Giacomo Stucchi

L’iniziativa dei capigruppo a Montecitorio di Pd, Udc e Idv, con la quale è stata rinnovata al Governo la richiesta di riferire al Parlamento per sapere cosa intenda fare, dopo la lettera con cui il capo dello Stato ha accompagnato la promulgazione del pacchetto sicurezza, è del tutto strumentale. Come al solito i partiti di opposizione fanno di tutto per sfuggire il vero problema, che nel caso in questione è quello della sicurezza dei cittadini, e si arrampicano sugli specchi pur di mettere i bastoni fra le ruote del governo e della maggioranza. Tutto ciò premesso, nessuno mette in discussione il fatto che i rilievi del presidente della Repubblica al “pacchetto sicurezza”, necessitano la massima considerazione politica e istituzionale. Non a caso, infatti, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha detto che il governo valuterà la richiesta di riferire in Parlamento, inoltre nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi, subito dopo la promulgazione della legge, è stato espressamente detto che si terrà conto dei rilievi del Quirinale. Onestamente, e con tutto il rispetto e la stima che nutriamo nei confronti di Napolitano, al momento non vedo cosa si possa fare o dire di più. Infatti se è condivisibile l’interpretazione del presidente della Camera Gianfranco Fini, secondo il quale la lettera in questione è "politicamente incisiva”, e in tal senso bisogna dare atto al governo di aver detto subito che ne terrà conto, è altrettanto inoppugnabile la constatazione che l’iniziativa del presidente della Repubblica è quanto meno inusuale e innovativa. Innovazione e novità sono due parole che non sconvolgono più di tanto né il sottoscritto né la Lega Nord. Il nostro, infatti, è un movimento nato per fare le riforme istituzionali, considerato che (secondo un giudizio condiviso da tutte le forze politiche) l’attuale assetto non funziona più come dovrebbe, e quindi figuriamoci se ci scandalizziamo per il fatto che, a fin di bene, possa capitare di “abbandonare” i binari della Costituzione. Il punto, però, è un altro e consiste nella necessità di capire se si vuole aprire una breccia riformatrice o se invece quella del presidente della Repubblica è un’iniziativa “una tantum”, magari connessa al particolare pathos che sul provvedimento in questione si è creato. Non si tratta di una differenza di poco conto visto che, come già fatto rivelare in altri interventi, già operiamo in un sistema legislativo parecchio complesso e farraginoso (che ha nel bicameralismo perfetto un “freno” istituzionale senza eguali nelle democrazie compiute), se poi introduciamo pure la “consuetudine” dei richiami epistolari, ancorché presidenziali, rischiamo davvero di far fare “tilt” a tutto il sistema. Senza voler entrare nello specifico dei rilievi esternati da Napolitano, per quanto riguarda le ronde il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha assicurato che il “regolamento attuativo delle stesse, di competenza del Viminale, è pronto e sarà emanato non appena la legge sulla sicurezza entrerà in vigore”. Non ci pare che in questa normalissima procedura ci sia qualcosa di controverso e comunque siamo certi che il ministro competente saprà attenersi, nell’emanazione del regolamento, ai limiti fissati dalla legge.