Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, aprile 07, 2009

PRIMA DI TUTTO SALVIAMO ALTRE VITE

di Giacomo Stucchi

L’immane tragedia dell’Abruzzo è uno di quegli eventi dinanzi al quale tutto il resto passa in secondo piano. Le immagini di terrore e sconforto delle persone che hanno visto la morte con gli occhi, e la consapevolezza delle altre ancora sotto le macerie, non possono che lasciare sgomenti tutti noi e indurci, ognuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, a dare il massimo nell’adempimento del proprio dovere. In tal senso, la classe politica ha cercato di essere all’altezza della situazione. Il discorso di Franceschini in Aula alla Camera, con il quale il segretario del Pd ha dato pieno mandato al Governo a fare tutto quanto è nelle sue possibilità per salvare la gente ancora sotto le rovine e alleviare le loro sofferenze, è un segnale positivo del quale abbiamo preso atto. Ma, al contrario di quanto detto, nel dibattito sulla sicurezza abbiamo rivisto l’opposizione di questi mesi, quando invece sarebbe opportuno che i buoni propositi di Franceschini siano riconfermati anche nei prossimi giorni. Se un territorio viene così duramente colpito dalla forza della natura, provocando morte e distruzione, è impensabile che qualcuno possa mettersi di traverso rispetto alle soluzioni da dare ai tantissimi problemi. In queste ore il quadro che si presenta ai soccorritori, che stanno coraggiosamente e infaticabilmente operando nelle zone così duramente colpite, dove la terra continua ancora a tremare, e alle autorità, che rimangono l’unico punto di riferimento per chi ha perso tutto, è davvero difficile. In questo momento, come ha detto il ministro dell’Interno Maroni, la priorità è scavare per salvare altre vite umane. L’esperienza di tragedie, come quelle accadute di recente in Cina, dove alcune persone sono state tratte in salvo da sotto le macerie anche alcuni giorni dopo il sisma, insegnano che non bisogna mai mollare sino alla fine. Ecco perché in queste ore serve di tutto fuorché le solite italiche polemiche su presunte responsabilità. Invece, già dalle prime ore che hanno seguito il sisma, si è parlato di ipotetiche previsioni fatte da un tecnico che, se ascoltate, avrebbero potuto evitare la tragedia. Competenze tecniche a parte, basterebbe il comune buon senso per capire che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non c’è alcuna possibilità di prevedere con matematica certezza luogo e ora di un evento sismico. A dirlo non è il sottoscritto, ma eminenti studiosi e scienziati interpellati in queste ore. Semmai, e su questo il governo dovrà essere risoluto nell’adottare provvedimenti legislativi e nel farli rispettare, occorre chiedersi perché a l’Aquila, come in altri centri abruzzesi, interi edifici costruiti in epoca in cui erano già in vigore le norme antisismiche si siano accartocciati su se stessi. E’ di oggi un’inchiesta del Sole 24 Ore che rivela come le “norme tecniche per le costruzioni, nate nel settembre 2005, con il pensiero rivolto al sisma del 2002 in Molise che uccise 27 bambini e mise a nudo la drammatica realtà di un Paese come l’Italia, ad alto rischio sismico, privo di regole di sicurezza per gli edifici”, siano rimaste inapplicate un po’ dappertutto. E su questo fronte allora che bisogna muoversi per evitare che in futuro si debbano piangere altre centinaia di morti.