Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, giugno 05, 2014

LA DODICESIMA FREGATURA

di Giacomo Stucchi

E siamo a dodici! Con  il Decreto Irpef sono già una dozzina i voti di fiducia che il governo Renzi ha chiesto al  Parlamento in poco più di tre mesi;  e c’è da scommettere che tale numero sia destinato a crescere già nel prossimo futuro. L’impressione  infatti è che con il pretesto dell’urgenza si voglia sempre più fare a meno delle aule parlamentari e della loro potestà legislativa. Forse, un più accurato esame parlamentare del Dl Irpef avrebbe permesso di mettere a fuoco i tanti dubbi che il provvedimento ha suscitato. Sul bonus degli 80 euro, per esempio, le perplessità sulle coperture finanziarie sono arrivate da più parti;  non solo da parte di chi si oppone al governo in carica ma anche dai tecnici parlamentari e, in ultimo,  dai giudici contabili. Ma il solo manifestare queste perplessità, evidentemente, crea fastidio dalle parti di Palazzo Chigi. Il fatto è che per l’ex rottamatore accreditare  nell’opinione pubblica la convinzione  di avere una strategia, per venire a capo dei gravissimi problemi che ancora sono sul tappeto, è diventata quasi una parola d’ordine. La realtà invece è  che si naviga a vista.  La crisi ha spazzato via imprese, lavoro e certezze per tantissime famiglie, e le informazioni che arrivano da tutti gli osservatori economici non lasciano per niente tranquilli. Eppure, nonostante tutti i segnali negativi, il governo  appare più impegnato a promuovere se stesso che non ad adottare le misure economiche necessarie a uscire da questa congiuntura. Il provvedimento sull’Irpef non è risolutivo di nulla, introduce solo nuove tasse, aggiunge molte altre incertezze a quelle già esistenti e consente  al governo di riprendersi ciò che aveva dato con gli 80 euro. Il solo pensiero che il premier abbia  come obiettivo quello di continuare  con questo andazzo sino al 2018 mette i brividi.