Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 04, 2013

LA CADREGA E' SALVA

Di Giacomo Stucchi

L’incontro tra il presidente del Consiglio, esponenti del governo e i capigruppo dei partiti della coalizione di maggioranza, non ha prodotto risultati degni di nota. La sensazione è che il vertice, chiesto in un primo momento a gran voce dal professore Monti ma poi ridimensionatosi per aspettativa e contenuti, sia solo servito a chiarire agli alleati che non esistono alternative all’esecutivo in carica. Alla fine il risultato della riunione sta a metà tra lo spegnimento sul nascere di qualsiasi tentazione ribaltonista, e il segnale dato all’esterno di continuità e unità d’intenti nella maggioranza. E’ anche possibile, inoltre, che Letta, dopo l’annuncio dell’Ue di una maggiore flessibilità al governo sui conti pubblici, abbia colto l’occasione per spargere ottimismo a piene mani. Ma se questo atteggiamento può servire a tranquillizzare gli occupanti delle poltrone governative, e quelli delle molte altre che sono state distribuite nella sia pur breve vita di questo governo, non lascia per niente tranquilli i cittadini. Per i quali, invece, sarebbe stato molto più utile che la maggioranza di governo avesse messo nero su bianco una road map sulle cose concrete da fare. I problemi, infatti, sono ancora tutti lì e non c’è una sola questione, delle tante ancora sul tappeto, per la quale sia stata scritta una parola definitiva. Un clima di incertezza che, come dimostrano gli ultimi disastrosi dati sui consumi, non fa che alimentare timori e dubbi nei consumatori. Quelli di loro che sono ancora in grado di spendere non lo fanno, perché aspettano di sapere se nell’immediato futuro, pagate la sfilza di tasse che li aspetta, resterà ancora qualche euro in tasca. Un governo che abbia davvero l’intenzione di fare qualcosa di utile per l’economia dovrebbe sfruttare l’allentamento della morsa di Bruxelles sui conti pubblici per abbassare le tasse su lavoro e quelle alle imprese, ma anche adottare da subito i costi standard, a cominciare dalla sanità, per tagliare la spesa pubblica inefficiente.