SULL'UE IL CAVALIERE GUARDA ALLA LEGA NORD
di Giacomo Stucchi
Berlusconi a Pontida ha fatto un discorso di carattere generale nel contesto del quale ha anche ipotizzato il superamento del tetto del 3% di deficit/Pil imposto da Bruxelles, per evitare il collasso della nostra economia. Il suo intervento da certa stampa è stato molto enfatizzato, facendo peraltro riferimento solo al passaggio sull’Ue, dimenticando però la circostanza che gli unici ad opporsi a un'Europa accentratrice e poco democratica è stata da sempre la Lega Nord, tanto da essere tacciata come antieuropea. Va bene l'Europa, ma non si può morire d'Europa. Non è un caso se il Cavaliere abbia scelto per il suo intervento proprio il Nord e la presenza del nostro Segretario federale e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. L’ex premier sa perfettamente di trovare nella Lega Nord degli interlocutori attenti e credibili sui temi dell’economia in generale, ma anche sul fronte di una maggiore autonomia dai vincoli che l’Ue da sempre impone. Per questo fanno un po’ sorridere le ipotesi stravaganti di osservatori di parte che da qualche tempo analizzano e auspicanorotture dell’asse del Nord tra Carroccio e Pdl, che sicuramente non ci saranno, fino a quando gli obiettivi del Carroccio saranno condivisi. Le larghe intese, a cui la Lega Nord sia ben chiaro non partecipa, non rappresentano una soluzione di lungo periodo. Il tanto atteso decreto “del fare”, a parte la condivisione di qualche nostra proposta, per il Nord, poche in verità prese in considerazione, non sembra essere una grande svolta. D’altronde, le varie anime del Pd appaiono più impegnate nelle loro vicende congressuali che non in un serio appoggio al premier e alle sue politiche economiche. Per loro Letta è una pedina nella stanza dei bottoni in attesa che nel partito si decida davvero a chi dare le leve di comando. Non ancora pervenuto poi, sul fronte M5S, alcuna iniziativa degna di nota. Un fatto del quale hanno ormai preso atto i molti elettori persi per strada dal movimento.
Berlusconi a Pontida ha fatto un discorso di carattere generale nel contesto del quale ha anche ipotizzato il superamento del tetto del 3% di deficit/Pil imposto da Bruxelles, per evitare il collasso della nostra economia. Il suo intervento da certa stampa è stato molto enfatizzato, facendo peraltro riferimento solo al passaggio sull’Ue, dimenticando però la circostanza che gli unici ad opporsi a un'Europa accentratrice e poco democratica è stata da sempre la Lega Nord, tanto da essere tacciata come antieuropea. Va bene l'Europa, ma non si può morire d'Europa. Non è un caso se il Cavaliere abbia scelto per il suo intervento proprio il Nord e la presenza del nostro Segretario federale e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. L’ex premier sa perfettamente di trovare nella Lega Nord degli interlocutori attenti e credibili sui temi dell’economia in generale, ma anche sul fronte di una maggiore autonomia dai vincoli che l’Ue da sempre impone. Per questo fanno un po’ sorridere le ipotesi stravaganti di osservatori di parte che da qualche tempo analizzano e auspicanorotture dell’asse del Nord tra Carroccio e Pdl, che sicuramente non ci saranno, fino a quando gli obiettivi del Carroccio saranno condivisi. Le larghe intese, a cui la Lega Nord sia ben chiaro non partecipa, non rappresentano una soluzione di lungo periodo. Il tanto atteso decreto “del fare”, a parte la condivisione di qualche nostra proposta, per il Nord, poche in verità prese in considerazione, non sembra essere una grande svolta. D’altronde, le varie anime del Pd appaiono più impegnate nelle loro vicende congressuali che non in un serio appoggio al premier e alle sue politiche economiche. Per loro Letta è una pedina nella stanza dei bottoni in attesa che nel partito si decida davvero a chi dare le leve di comando. Non ancora pervenuto poi, sul fronte M5S, alcuna iniziativa degna di nota. Un fatto del quale hanno ormai preso atto i molti elettori persi per strada dal movimento.
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