GOVERNO E MAGGIORANZA MIRANO SOLO ALLA CONSERVAZIONE DELLE POLTRONE
di Giacomo Stucchi
I partiti che compongono la strana
maggioranza continuano a dare una pessima prova delle loro capacità di governo.
Dal dibattito, ormai davvero stucchevole e quanto mai inconcludente, sulla nuova
legge elettorale, alle fantomatiche misure sulla crescita, governo e maggioranza
sono impantanati in una situazione di perenne stallo dalla quale è sempre più
difficile venire fuori. Intanto, però, le scadenze autunnali si avvicinano e
quello che un tempo era un momento importante nella vita di tutti noi, ovvero il
rientro dalle vacanze e l'avvio del lavoro con nuovi progetti e aspettative, è
diventato per molti cittadini un cammino verso l'ignoto. Come se non bastasse, a
questa già difficile situazione, si aggiungono gli effetti negativi di alcuni
provvedimenti varati dal governo. La tanto decantata riforma del mercato del
lavoro varata a luglio, per esempio, che avrebbe dovuto favorire la
stabilizzazione dei precari e consentire l'ingresso nel mondo del lavoro per i
giovani, potrebbe invece già nelle prossime settimane (con le scadenze dei
contratti a tempo determinato per migliaia di lavoratori) creare una nuova
schiera di disoccupati. Considerato che pochissime aziende, in un momento di
grave incertezza economica qual è quello attuale, sono disposte a tramutare il
contratto a tempo in assunzione a tempo indeterminato. Per non parlare poi dei
titolari di partite IVA che devono cominciare a fare i conti con le nuove misure
restrittive varate dal governo. Grazie alla riforma del mercato del lavoro, e
salvo rare eccezioni, chi sino ad oggi ha lavorato con un unico committente
potrebbe adesso rischiare di perderlo. Ecco gli effetti perversi dei
provvedimenti varati da Palazzo Chigi. Il fatto è che le soluzioni adottate dal
governo, avallate da una maggioranza priva di iniziativa politica e di governo,
tradotte dal piano teorico a quello pratico producono risultati diametralmente
opposti alle aspettative. Così dopo il dramma degli esodati avremo adesso quello
dei nuovi disoccupati frutto della riforma Fornero. A scanso di equivoci è bene
chiarire che le nostre considerazioni non sono dettate né da cupo pessimismo,
non ci appartiene, né da faziosità politica. A parlare sono i dati economici che
dimostrano come, nonostante gli annunci di Monti e dei suoi ministri, che per
tutto il mese di agosto hanno profuso ottimismo a piene mani, la crisi e la
recessione sono ben lontani dalla loro conclusione o attenuazione. Un fatto
allarmante perché connesso anche alla persistenza di una strana maggioranza di
governo, incapace di guardare al di là dei propri interessi e quindi più incline
alla conservazione delle poltrone che non alla soluzione dei problemi del Paese.
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