Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, settembre 20, 2011

LA PADANIA NON AFFONDERA' PER COLPE NON SUE

di Giacomo Stucchi

Come prevedibile il nuovo giudizio sul nostro Paese dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, unitamente alle paginate di inchiostro pubblicate dai giornali e dedicate ai verbali delle intercettazioni sulle conversazioni, private, del premier coi suoi interlocutori, ha dato la stura agli esponenti delle opposizioni per dare addosso al governo e al presidente del Consiglio con rinnovato vigore. Ciò che più lascia perplessi di questa situazione che stiamo vivendo, al di là delle vicende personali di Berlusconi o dei motivi che hanno portato l’agenzia a tagliare il rating italiano, è la sterilità delle argomentazioni degli avversari vecchi e nuovi del governo. Si dice, per esempio, che le dimissioni di Berlusconi sarebbero lette dai mercati come un segnale di discontinuità e quindi porterebbero dei vantaggi. Qualcuno li ha addirittura calcolati in termini di spread, ovvero di differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, che si ridurrebbe a nostro vantaggio. C’è poi l’argomento, sempre valido, di un governo dalle larghe intese che, tolto di mezzo (politicamente!) Berlusconi, avrebbe le mani libere per fare le riforme che servono al Paese e, come per miracolo, metterebbe d’accordo tutti. Insomma, se non siamo al delirio poco ci manca! La verità è che, in primo luogo, le agenzie di rating non sono il Vangelo ma delle società private che, sulla base di loro studi, forniscono giudizi su titoli obbligazionari e imprese. Alcune di esse, le più grosse, esprimono tali giudizi sui titoli di Stato. Senza per questo voler sminuire la loro importanza è tuttavia davvero singolare che dal parere di una società privata dipendano le sorti economiche e politiche di un Paese. Probabilmente la verità sta nel mezzo, e cioè il giudizio espresso è una spia da tenere in considerazione ma non può determinare le sorti di questo o di quel governo. Sulle larghe intese poi vorremmo chiedere, a chi le propone, a cosa servirebbero. In altre parole, di quali riforme si parlerebbe in un eventuale siffatto esecutivo? Per quanto ci riguarda, la prima cosa da mettere sul tappeto sarebbe il differenziale economico esistente tra le regioni Padane, che ogni anno registrano un attivo primario di diverse decine di miliardi di euro, e il resto del Paese che invece accumula debiti. Paradossale, quindi, che si parli dell’abolizione delle Province, che porterebbe al risparmio di qualche centinaia di milioni di euro, e non di come fare per eliminare, o almeno ridurre, il differenziale di decine di miliardi di euro tra la Padania e le altre regioni. Chissà poi se un governo delle 'larghe intese' potrebbe mettere subito in pratica l’adozione dei costi standard che impedirebbero, per esempio, che il costo di un ricovero in ospedale sia nel Lazio quasi il doppio della media del Paese. Sono queste, e non altre, le priorità da affrontare e metterle in primo piano, come ha fatto il nostro Segretario Federale Umberto Bossi alla festa dei Popoli Padani a Venezia, significa guardare in faccia la realtà. La Padania non vuole affondare con il resto del Paese per colpe non sue, ma governi di larghe intese, o inciuci in stile prima Repubblica, sarebbero un rimedio peggiore del male.



1 Comments:

At 1:28 PM, Blogger marco said...

Mi spiace scrivere queste parole ma oggi la lega è morta!
Mi vergogno di come viene usato il mio voto alla lega oggi, la cosa in cui credevamo di piu è la giustizia e oggi ci avete fatto vergognare.
... e tutto questo solo per salvare berlusconi?? scusate ma il mio sarà un piccolo semplice voto ma da oggi di sicuro non lo avrete piu, l'ultima speranza per salvare la lega era Maroni ma con oggi anche questa speranza è finita!
e per favore non cercate di difendere con tante parole ciò che oggi è successo alla Camera...almeno non trattateci come stupidi.
Con tristiezza porgo i miei saluti.
Marco

 

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