Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, giugno 09, 2011

LE "VERGINELLE" DEL PD E DEL TERZO POLO CADONO DALLE NUVOLE

di Giacomo Stucchi



Partiamo dalla buona notizia della settimana parlamentare che consiste nell’approvazione bipartisan, in Commissione, del settimo decreto legislativo del Federalismo fiscale, riguardante l’armonizzazione dei bilanci pubblici. Nel nostro ultimo intervento su La Padania avevamo auspicato che la migliore risposta da dare agli elettori, dopo l’esito del voto amministrativo, fosse proprio quella di continuare presto e bene sul programma delle riforme. Quindi ne siamo doppiamente lieti. Positivo peraltro che sul tema si sia trovato l’accordo con le opposizioni, seguendo la strada maestra della condivisione delle riforme strutturali che cambieranno per sempre il Paese. Lo stesso purtroppo non si può certo dire che avvenga sul fronte, sempre molto caldo, delle misure da adottare per favorire lo sviluppo e quindi la ripresa economica. Leggendo certi commenti ed editoriali, pubblicati su giornali non certo contigui al Governo, si ha quasi l’impressione che il dibattito in corso nella maggioranza, che vede il premier, il nostro Segretario Federale Umberto Bossi e il ministro del Tesoro Tremonti al lavoro per trovare una soluzione che coniughi le esigenze di crescita dell’economia con quelle della stabilità dei conti, sia quasi una questione personale tra i tre. Come se l’enorme debito pubblico accumulato da decenni di mal governo della Prima Repubblica, che costituisce un fardello che ci portiamo dietro e con il quale qualsiasi governo deve fare i conti, fosse stato creato dal centrodestra solo negli ultimi tempi. Qui si sta discutendo, con coscienza e nell’esclusivo interesse dei cittadini, su come coniugare l'alleggerimento della pressione fiscale alle famiglie e alle imprese, magari con la riduzione dell’Irpef e in ogni caso con una riforma fiscale che semplifichi la vita a tutti i cittadini, con le esigenze di rigore economico che l’Europa chiede e che obbligano il Paese a raggiungere un pareggio di bilancio entro il 2014. Roba da far tremare i polsi a chiunque! Un simile sforzo, oggettivamente difficile, dovrebbe vedere tutte le forze politiche unite nel trovare delle soluzioni condivise. Invece, purtroppo, assistiamo alle strumentalizzazioni di una opposizione che pur di incassare un vantaggio elettorale addirittura rinnega se stessa. Sui referendum, per esempio, inizialmente il Pd non aveva nemmeno raccolto le firme derubricando la faccenda ad iniziativa unilaterale dello scomodo alleato Di Pietro. Oggi invece si scopre referendaria perché ha capito che se si superasse il quorum, visto l’aria che tira, questo potrebbe essere interpretato, a torto, come un segnale sfavorevole nei confronti del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Del tutto risibili poi le parole di Bersani secondo cui il “governo non sta in piedi perché i temi economici e sociali non sono stati affrontati e ora inizia ad arrivare la resa dei conti”. L’aria da “verginelle” istituzionali, che nulla sanno della politica degli ultimi decenni di questo Paese, non si addice né ai dirigenti del Pd né a quelli del cosiddetto Terzo Polo, il cui unico obiettivo è quello di poter fare l’ago della bilancia tra le due maggiori coalizioni per poterne ricavare delle posizioni di rendita politica. Senza peraltro dover fare il minimo sforzo per provare almeno a risolvere i problemi del Paese.