Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, gennaio 11, 2011

IL FEDERALISMO FISCALE IMPEDIRA' CHE TUTTO SALTI

di Giacomo Stucchi

Il fatto che sui decreti attuativi del federalismo fiscale ci sia attenzione e disponibilità al dialogo, anche fuori dalla maggioranza che sostiene il Governo, non può che essere valutato positivamente. Potrebbe servire a segnare un nuovo decisivo passo nella storica riforma, ma essere anche un elemento stabilizzante nell’attuale situazione politica. La fiducia votata dal Parlamento prima della pausa natalizia è, infatti, certamente servita a chiarire che nella legislatura in corso non esistono alternative all’attuale Governo, ma ha lasciato sul tappeto molti temi che sono di assoluta priorità nell’agenda politica. Tra questi, ciò che la Lega ritiene determinante ai fini di un prosieguo della legislatura, e della stessa esperienza del Carroccio al Governo, è appunto l’approvazione in via definitiva del federalismo fiscale. Non a caso nei giorni scorsi il nostro Segretario Federale Umberto Bossi, nel commentare l’invito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a non ritrarsi dalle celebrazioni della ricorrenza per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ha detto che “festeggiare senza il federalismo, con tutto ancora centralizzato a Roma, sarebbe una cosa negativa”. Ebbene, sbaglierebbe chi prendesse sotto gamba questa dichiarazione. Si tratta, infatti, di una chiara sintesi di cosa occorre al Paese per superare l’attuale momento storico. In altre parole, anche se nella sinistra qualche dirigente sprovveduto e a corto di idee vorrebbe utilizzare le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia per fare polemica con la Lega Nord, e magari per aizzarle contro l’opinione pubblica in vista di un ricorso anticipato alle urne, ad oggi un' eventualità sempre possibile, sbaglia clamorosamente i suoi conti. In primo luogo, perché le novità del federalismo fiscale, nonostante una certa disinformazione alla Marco Travaglio continui ad impazzare su alcune testate giornalistiche, sono sempre più chiare ed evidenti alla gente. Dall’introduzione del sistema dei costi standard al principio di responsabilizzazione delle amministrazioni periferiche, molti concetti stanno cominciando ad essere compresi meglio, così come i nuovi meccanismi legislativi e amministrativi previsti dalla riforma. In secondo luogo, perché è ormai opinione comune e condivisa quella di impedire che uno Stato centralista e sprecone, così come purtroppo lo abbiamo avuto per decenni, possa continuare ad esistere anche in futuro. Si tratta di sentimento diffuso in gran parte della popolazione, a prescindere dalla sua collocazione geografica. Ne sono una prova del resto, oltre ai consensi sempre crescenti della Lega Nord, anche la sempre maggiore attenzione e speranza che i cittadini ripongono non tanto nelle istituzioni centrali dello Stato, ma quanto in quelle periferiche rappresentate da Regioni, Province e Comuni. Segno evidente che è definitivamente cambiata anche la stessa percezione che la gente ha dello Stato.