Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, agosto 03, 2010

I CALCOLI SBAGLIATI DELL'OPPOSIZIONE

di Giacomo Stucchi

Persino Floris si è scomodato dalle ferie per proporre ai dirigenti della Rai di tornare in pista per realizzare uno speciale di Ballarò di mezza estate sulla situazione politica determinatasi in questi giorni, ma per quanto ci riguarda continuiamo a pensare che sugli affari interni del Pdl solo i dirigenti di quel partito siano abilitati a prendere delle decisioni o a fare delle dichiarazioni. Anche se, come abbiamo già fatto notare in un precedente intervento, si corre il rischio che le vicende del maggior partito della coalizione possano in qualche modo offuscare i risultati del Governo in carica e influenzare l’agenda delle cose da fare nel medio e nel lungo periodo. Pur comprendendo le ragioni che fanno salire il dinamismo e l’attenzione di certa informazione (da sempre ostile al governo) e di certi esponenti politici dell’opposizione, invitiamo però gli stessi a mantenere la calma e, soprattutto, ad evitare di fare dei conti politici che poi, alla prova dei fatti, potrebbero rivelarsi del tutto infondati. Premesso che su legislatura e governo ad avere l’ultima parola saranno i protagonisti dell’asse di ferro della coalizione, e cioè il nostro Segretario Federale Umberto Bossi e il premier Silvio Berlusconi, l’impressione è che certi esponenti dell’opposizione stiano facendo male i loro calcoli. Chi ritiene infatti che un eventuale blocco neo-centrista possa costituire il preludio per una futura alleanza, magari anche con il Pd, per un ipotetico governo di transizione, non tiene nella dovuta considerazione diversi elementi. In primo luogo, gli elettori del centrodestra (e della Lega Nord in particolare) che mai digerirebbero un simile capovolgimento di fronte. La loro volontà, infatti, espressa non solo nel 2008 ma anche qualche mese fa in occasione delle elezioni regionali, è stata quella di rafforzare la coalizione affinché continui a lavorare, in un governo guidato da Berlusconi, per completare le riforme; parte integrante di un programma elettorale assolutamente valido per affrontare le sfide che aspettano il Paese nel prossimo futuro. In secondo luogo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, ne siamo certi, non si presterebbe ad avallare certi trasformismi parlamentari che mal si concilierebbero con il sistema elettorale in vigore; che prevede, tra l’altro, l’indicazione del premier e il premio di coalizione. In terzo luogo, l’esperienza che insegna come la politica non è l’aritmetica. Ciò che in Parlamento potrebbe sembrare una forza elettorale, solo perché un certo numero di deputati vota allo stesso modo, non è detto che poi, in un' eventuale chiamata alle urne, possa tradursi in consenso popolare. Senza un chiaro programma politico, e soprattutto senza un'identità, è molto difficile ottenere il consenso della gente.