Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, gennaio 14, 2010

BERSANI, IL SEGRETARIO DOUBLE-FACE

di Giacomo Stucchi

“Siamo favorevoli, e lo ribadisco, da domattina a ragionare di riforme di sistema, compresa la giustizia per tutti i cittadini”. E’ quanto ha detto, tra l’altro, il segretario del Pd Bersani, in Calabria per la campagna elettorale. Tali dichiarazioni però arrivano dopo una settimana di lavori parlamentari durante la quale l’atteggiamento double-face del segretario del Pd Bersani l’ha fatta da padrone. Il capo del maggiore partito di opposizione, infatti, prima di Natale, forse sull’onda dell’indignazione per la vile aggressione al premier in Piazza Duomo a Milano (che col passare dei giorni nelle persone di buona volontà si è poi trasformata in speranza per un concreto cambiamento dell’atteggiamento distruttivo sino ad allora avuto dal centrosinistra nei confronti del Governo), si era detto disponibile ad un dialogo, in generale, ma anche alla riforma della giustizia intesa come una priorità. Poi però, alla ripresa dei lavori parlamentari, Bersani ha dissotterrato l’ascia di guerra (che probabilmente però non era stata mai sotterrata più di tanto!) è si dichiarato contrario a mettere mano a qualsiasi tipo di riforma, tanto meno quella del sistema giudiziario. Insomma, alla luce di quanto accaduto, ma soprattutto di quanto detto dal leader del Pd, viene da chiedersi quale sia il Bersani a quale dare credito. Quello condizionato dalla lobby che rappresenta gli interessi di certa magistratura contraria alle riforme, che verosimilmente oggi rappresenta l’ala più conservatrice di tutto il sistema del Paese, e quindi disposta a tutto pur di dispiegare tutta la sua forza dissuasiva? Oppure quello del segretario messo alle corde da un’intera classe dirigente, la quale, a sua volta, è molto preoccupata per il possibile responso delle urne in primavera, che si annuncia per niente incoraggiante? Come se non bastassero i suddetti problemi, Bersani è poi impantanato in alcune situazioni locali (dal Lazio alla Puglia) che lo hanno costretto, nel migliore dei casi, all’immobilismo totale. In questa situazione, quindi, è logico che l’Aula parlamentare, ma anche le Commissioni, diventino la valvola di sfogo di gran parte delle frustrazioni del Pd. Sicché i luoghi che per definizione, ma soprattutto in base alla Costituzione, dovrebbero essere quelli deputati alla ricerca della sintesi delle diverse posizioni politiche, diventano ancora una volta terreno di scontro. Secondo un copione già noto in questa legislatura, l’estremismo pretestuoso delle posizioni dell’Idv fa poi da effetto moltiplicatore all’ostruzionismo del Pd che sul fronte dell’antiberlusconismo non vuole rischiare di cedere altri pezzi di elettorato a Di Pietro. Insomma, preso purtroppo atto che la pausa natalizia non ha portato consiglio all’opposizione, ci chiediamo se il Pd vuole solo far perdere del tempo prezioso al Parlamento oppure desidera mettersi al lavoro per fare davvero le riforme che servono al Paese.