Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, settembre 06, 2017

SU OCCUPAZIONE E PENSIONI ANTICIPATE MOLTA PROPAGANDA E POCHI RISULTATI CONCRETI


di Giacomo Stucchi

Mentre il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, continua a ripetere che c'è molto ottimismo sull'economia italiana, e il suo predecessore, Matteo Renzi, tenta di risalire la china del consenso con le sue apparizioni nelle feste di partito, la dura realtà delle condizioni in cui versa il nostro Paese emerge di continuo. Basti pensare ai dati sull’occupazione che la narrazione renziana tenta di magnificare ma che poi, al di là dei numeri e dopo un’attenta analisi, dimostrano comunque come oggi il lavoro, per i fortunati che riescono a trovarlo, è sempre più precario e anche privo di tutele. Frattanto il premier, per portarsi avanti con il tentativo di recuperare il più possibile consensi elettorali, ha firmato il decreto che istituisce ufficialmente l’Ape volontaria. Nel Pd la considerano “un’opportunità” per chi vuole anticipare la pensione, ma tutte le persone di buon senso hanno già capito che fare un mutuo con una banca dopo i sessant’anni di età, per avere dei contributi che sono stati già abbondantemente pagati con i sacrifici di una vita di lavoro, non è proprio un buon affare. 

Ma tant’è: i tentativi dell'esecutivo di mistificare la realtà dei fatti non finiscono mai. La verità è che il governo Gentiloni ha ben pochi risultati di cui vantarsi e di fatto, in perfetta continuità con la politica del non fare e del galleggiare di chi lo ha preceduto, ci consegna un Paese che ha difficoltà a guardare con fiducia al proprio futuro. Avere spalancato le porte agli immigrati clandestini, spendendo ingenti risorse per accoglierli e mantenerli, e al contempo avere fatto andare via i nostri migliori cervelli, o semplicemente coloro che avevano voglia di provare a fare qualcosa, sono stati errori madornali della sinistra di governo. Del resto, basta andare in giro per l'Europa per constatare come i giovani italiani che vivono fuori, in Francia, Spagna o in Germania, non hanno nessuna intenzione di tornare perché non hanno fiducia in chi al momento governa. Si tratta di un dato che la dice lunga sull'incapacità dei governi del Pd e dei suoi alleati di saper costruire dei validi punti di riferimento per chi ha davanti un futuro; e, giustamente, non vuole buttarlo via.