Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, dicembre 16, 2008

DOPO L'ABBRUZZO IL PD CAMBI STRATEGIA

di Giacomo Stucchi

Sarebbe incomprensibile ai più un Pd che non tragga insegnamento dal responso delle urne in Abruzzo. Che hanno, tra l’altro, sancito la definitiva sconfitta della linea politica sin qui seguita da Veltroni, ovvero quella di aver “regalato” al capo popolo Di Pietro la leadership dell’opposizione, facendosi anche superare su tutti i temi dell’agenda politica:dal federalismo alla giustizia, dalle misure anticrisi a quelle sulla sicurezza. Il voto abruzzese va preso per quello che è, una consultazione regionale all’indomani delle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente uscente, Ottaviano Del Turco, che ha registrato anche un altissima percentuale di astensione (circa la metà) da parte dell’elettorato. Tuttavia, un segnale che abbia una valenza più ampia c’è ed è quello che, a nostro modo di vedere, dovrebbe suggerire al segretario del Pd di scendere dall’Aventino e cominciare ad avviare un serio confronto con la maggioranza di Governo, a cominciare dall’ormai improcrastinabile approvazione del federalismo fiscale. Dare addosso al premier, intestardirsi su questioni secondarie (quale, per esempio, quella della presidenza della Commissione sulla Rai), non serve a niente, tanto meno al Pd che, in questo momento, ha una ineludibile necessità di far contare, tanto in Parlamento quanto nell’opinione pubblica, la propria azione politica. La smetta, quindi, Veltroni di inseguire le posizioni di Di Pietro (il quale in Abruzzo ha di certo ottenuto un buon risultato, ma più in termini percentuali che non in voti effettivi), e cominci invece a partecipare concretamente al processo riformatore richiesto dai cittadini, che consenta alla legislatura in corso di avere un significato profondo. Anche sulla giustizia, da sempre uno dei fronti più caldi del dibattito politico, proporre una commissione dai contorni “indefiniti”, senza specificarne né i limiti di operatività né i tempi di lavoro, è un pò come rinviare sine die il problema. Tutto l’opposto che invece la gente chiede al Governo in carica e al Parlamento, e cioè fare le riforme (il più possibile condivise) per cambiare davvero il sistema. Ecco perché non ha senso che i dirigenti del Pd, continuino a dire che l’esecutivo non sta facendo nulla per aiutare le famiglie e le imprese. L’opinione pubblica ha capito, e il risultato elettorale abruzzese (oltre che i sondaggi) lo confermano, che Pdl e Lega Nord stanno facendo tutto quanto è nelle loro possibilità per mettere i cittadini nelle condizioni di superare i prossimi difficili mesi. Tutti sanno però che le ristrettezze economiche, che inevitabilmente condizionano le scelte politiche, non consentono miracoli. Ed è per questo che quando il Pd spara sul Governo non è credibile, anche perché, se avesse vinto le elezioni, avrebbe avuto gli stessi identici limiti.