Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, agosto 31, 2016

31/08/16 - INIZIATIVA SOLIDARIETA' BERGAMO X AMATRICE




martedì, agosto 30, 2016

CITTADINI SFIDUCIATI, AGLI SLOGAN NON CREDE PIU' NESSUNO

di Giacomo Stucchi
Gli eventi degli ultimi giorni hanno portato il Paese a stringersi con un grande afflato di solidarietà ai cittadini del centro Italia gravemente colpiti dal sisma del 24 agosto; e non saranno mai abbastanza i ringraziamenti che noi tutti dobbiamo a coloro che hanno profuso le loro energie per salvare vite umane da sotto le macerie. Il tragico evento irrompe nell’agenda del governo in un clima politico che nei mesi scorsi il premier e i suoi ministri avevano contribuito non poco ad avvelenare, soprattutto con la personalizzazione del voto referendario. Una “strategia” che non ha portato a nulla di buono, né al Paese né ai cittadini; e gli ultimi dati forniti dall’Istat, basati su interviste realizzate prima del tragico terremoto della scorsa settimana, certificano peraltro l’incapacità di Palazzo Chigi di determinare condizioni in grado di far cambiare il profondo senso di sfiducia che esiste nelle imprese e nelle famiglie. Insomma, la situazione non è certamente delle migliori e occorrerebbero, quindi, misure urgenti dal parte del governo per cercare di venirne fuori alla svelta. Sino ad oggi Renzi e i suoi ministri hanno sempre utilizzato degli slogan per cercare di rendere popolari le loro riforme. Dal Jobs Act alla Buona Scuola, dall’Italicum alla riforma costituzionale, i provvedimenti portati avanti dal governo e approvati dalla maggioranza, oltre a non dare risultati soddisfacenti, hanno però più diviso che unito, più complicato che risolto i problemi, più reso pessimisti che ottimisti i cittadini. Forse anche perché l’idea dell’uomo solo al comando, che ha sempre caratterizzato l’operato di Renzi e che in parte ha ispirato i suddetti provvedimenti, non funziona e non dà i suoi frutti. Adesso però il premier non può pensare di affrontare con la stessa metodologia i problemi che sono sul tappeto in queste ore. A cominciare dall’improrogabile necessità di togliere al più presto gli sfollati del terremoto da sotto le tende prima che arrivi il freddo.

lunedì, agosto 22, 2016

18-22/08/16 - VERDELLO - FESTA LEGA NORD







domenica, agosto 21, 2016

21/08/16 - BOLGARE - FESTA LEGA NORD






venerdì, agosto 19, 2016

19/08/16 - GHISALBA - DIBATTITO SULLA SICUREZZA ALLA FESTA LEGA NORD



giovedì, agosto 04, 2016

SFIDE DIFFICILI PER UN GOVERNO INCAPACE

di Giacomo Stucchi
Sarebbe bello per tutti poter vivere questi primi giorni di agosto con la stessa spensieratezza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, attualmente in visita a Rio de Janeiro per l’inaugurazione dei Giochi Olimpici, ma francamente riesce un pò difficile. Dagli scenari internazionali ai fatti di casa nostra viviamo, purtroppo, un clima di grande incertezza; e il governo, per il fatto di non essere all’altezza delle sfide che abbiamo davanti, non contribuisce certo a tranquillizzare. Basti pensare, per esempio, all’intervento in Aula a Montecitorio del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sullo stato del sistema bancario italiano. Per due anni il premier ci ha riempito di chiacchiere sulla “ritrovata credibilità” del nostro Paese nel mondo e invece viviamo una tensione dei mercati che non è solo congiunturale ma è dovuta anche alla condizione del nostro sistema bancario. La verità è che non bastano certo dei risultati degli stress test, più o meno buoni, per determinare l’affidabilità di un sistema; e, da questo punto di vista, negli ultimi giorni il responso dei mercati è stato impietoso. Cosa ha fatto Palazzo Chigi per stabilizzare il nostro sistema bancario? Poco o niente, eccetto le fantasiose soluzioni annunciate nelle ultime settimane e buone solo per riempire le pagine dei giornali. Che in queste ore devono occuparsi, peraltro, di un’attività che nel nostro Paese non va mai in ferie: la lottizzazione dell’informazione pubblica. A scandalizzare non solo certo gli avvicendamenti alla direzione di un Tg ma il totale disinteresse dei vertici della Rai per la funzione del servizio pubblico, che non può diventare megafono del potente di turno. Come sta avvenendo per tutti i programmi gestiti dai telegiornali Rai (Tg1, Tg2, Tg3 e Rainews) che, secondo dati ufficiali, nelle ultime settimane hanno dedicato al referendum costituzionale ore e ore alle ragioni del Si e pochi minuti invece a quelle del No. Già questo rende l’idea dell’aria che tira a Palazzo Chigi dove, com’è facile immaginare, non si lascerà nulla di intentato pur di vincere la sfida referendaria.

04/08/16 - ARCENE - FESTA LEGA NORD




04/08/16 PONTIDA - FESTA LEGA NORD





martedì, agosto 02, 2016

IL RINVIO DEL VOTO REFERENDARIO ALLUNGA LA VITA AL GOVERNO MA NON LO SALVERA' DAL GIUDIZIO ELETTORALE

di Giacomo Stucchi
A smentire le parole del premier, che si dice sicuro di vincere il referendum, basterebbe il balletto sulla data della consultazione rinviata di giorno in giorno. Tanta incertezza, infatti, dimostra tutta la preoccupazione di Palazzo Chigi per le conseguenze che una possibile sconfitta potrebbe avere sul futuro politico del governo e del presidente del Consiglio. Renzi può dire ciò che vuole ma se lui fosse davvero sicuro di vincere il referendum porterebbe i cittadini alle urne il più presto possibile e personificherebbe al massimo il dibattito sulla riforma, così come del resto aveva iniziato a fare qualche mese fa. Nel frattempo, però, è successo che il presidente-segretario del Pd ha perso le elezioni amministrative e per questo è assediato dai suoi alleati di governo ma anche dai tanti nemici all’interno del suo stesso partito. Ecco perché oggi Renzi ha tutto l’interesse a non personalizzare più di tanto la battaglia referendaria ma, anzi, a smorzare il più possibile i toni del dibattito; e a rinviare la data del voto per avere più tempo per la campagna elettorale. Le indiscrezioni parlano della fine di novembre ma, al di là dei tecnicismi legislativi e istituzionali che incidono sulla scelta della data, è certo che il margine di discrezionalità che il governo ha nel decidere il giorno del voto referendario sarà usato in base ai desiderata del premier. Se da un lato, però, questo modus operandi non sorprende, basti pensare che sin dall’inizio il processo di revisione costituzionale voluto da Renzi non ha avuto un confronto reale con tutte le forze politiche presenti in Parlamento ma si è contraddistinto per i suoi diktat, dall’altro lato preoccupa perché questo tergiversare sulla data appare più dettato dal tentativo di condizionare l’esito del voto che non da altre motivazioni. I “condizionamenti”, peraltro, potrebbero essere diversi. In primis quello di adottare delle misure popolari nella legge di Stabilità, che potrebbe essere approvata in un ramo del Parlamento prima di celebrare il referendum. Si tratterebbe, per intenderci, di incentivi come il bonus di ottanta euro in busta paga a una platea di contribuenti; che di certo contribuì a portare il Pd al 40 per cento alle ultime elezioni europee. Ma sui conti pubblici la coperta è sempre più corta e il governo Renzi ha di certo peggiorato la situazione. Ecco perchè questa volta i soliti giochetti non riusciranno a salvare elettoralmente il premier e siamo certi che l’esito del voto referendario spazzerà via sia il pasticcio legislativo della riforma Renzi-Boschi sia questo governo incapace di risolvere i problemi del Paese.

lunedì, agosto 01, 2016

1°/08/16 - ARCENE (BG) - FESTA LEGA NORD