Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, aprile 30, 2013

UN' ASTENSIONE CON IL BENEFICIO DEL DUBBIO

di Giacomo Stucchi
 
Del neo governo Letta (peraltro appoggiato dalla medesima maggioranza politica del governo Monti) non ci sono piaciuti alcuni passi inziali, come la creazione di un Ministero dell'Integrazione, che temiamo foriero di potenziali dannose politiche sociali, né  l’ omissione nelle dichiarazione programmatiche del presidente del Consiglio di riferimento chiaro al nostro progetto di costruzione della Macroregione del Nord, ed è anche per questo che non abbiamo votato la fiducia. Tuttavia è la parola “attesa” quella più adatta  a spiegare l’astensione  della Lega Nord. Attesa non perché imprese e famiglie hanno ancora tempo a disposizione prima che delle misure risolutive vengano prese per venire incontro alle loro difficoltà, né perché il Nord ha tempo da perdere prima che il governo centrale si accorga (una volta per tutte!)  che 50 miliardi di euro l’anno sono davvero un po’ troppi da versare a uno Stato che in cambio dà davvero poco o nulla,  ma soltanto perché è il momento storico a richiedere tale atteggiamento nei confronti del governo Letta. Il Carroccio oggi guida le tre principali regioni del nord e non può in modo miope sbattere la porta in faccia a un premier che tra i punti del suo programma propone, tra l’altro, l’istituzione di una Convenzione costituente sulle riforme, anche con l’introduzione  del Senato federale, o l’adozione di misure incentivanti per le imprese che assumono. Si tratta di provvedimenti  ai quali siamo molto interessati, a prescindere dal governo che li dovesse adottare, e per questo all'esecutivo  Letta riconosciamo quanto meno il beneficio del dubbio. Un beneficio, si badi bene, che non sarà certo illimitato ma confinato sia da un orizzonte temporale, sia da un programma che, per quanto ci riguarda, rimane quello votato in Lombardia da milioni di cittadini che hanno dato fiducia alla Lega  e al suo progetto di trattenere il  75% delle imposte sul territorio, di  riformare in chiave federalista e moderna il fisco,  di razionalizzare la spesa pubblica adottando da subito i costi standard.

30/04/13 - ZANICA - FESTA LEGA NORD






mercoledì, aprile 24, 2013

BENE LETTA MA ADOTTI SUBITO I COSTI STANDARD

di Giacomo Stucchi

L’incarico a Enrico Letta di formare il nuovo governo è un fatto positivo e viene incontro anche a una delle richieste esplicite, quella di non indicare Monti o Amato, fatte dalla Lega Nord. La voglia di cambiamento, non solo formale ma sostanziale, espressa dagli elettori, è forte e quindi ha fatto bene il capo dello Stato a soddisfarla evitando di proporre vecchi nomi. Adesso però occorre che il cambiamento non sia, appunto, solo formale. Uno degli errori fatali del governo Monti, che ne ha poi condizionato tutta la condotta nei suoi mesi di governo, è stato quello di non aver capito che il risanamento dei conti pubblici non passava per l’inasprimento della pressione fiscale, giunta ormai a livelli insopportabili, ma per la razionalizzazione delle spesa pubblica. Il governo Letta quindi, se nascerà,e prescindendo dal sostegno o meno della Lega,dovrà agire in tal senso. Come? Potrebbe, per esempio, tirare fuori dal cassetto i provvedimenti per adottare subito i costi standard nella pubblica amministrazione. Se non si capisce, o come lo struzzo si mette la testa sotto la sabbia per non vedere, che il nostro è un sistema a doppia velocità economica, una forte e mitteleuropea,e l’altra debolissima, non si va da nessuna parte. Per individuare nuove risorse bisogna razionalizzare quelle esistenti non con tagli lineari ma con l’eliminazione degli sprechi, quelli veri però! Dalla sanità ai comuni, dalle regioni all’università, e come sostenuto dagli amministratori virtuosi, bisogna introdurre a tappeto i costi standard per favorire l’ottimizzazione della gestione delle risorse. Non possiamo generalizzare e dire che tutto al sud funzioni male, ma di certo non è più possibile consentire che una penna o una gomma al sud costi sei o sette volte più che al Nord. Si deve partire da questo, dalla responsabilizzazione, se si vuole davvero cambiare, in meglio, la pubblica amministrazione. Le risorse che si libererebbero,a cominciare dall'eliminazione dell'IMU, potrebbero servire ad aiutare imprese e famiglie in difficoltà. Con una maggiore disponibilità di risorse si ricomincerebbe a spendere e quindi a far uso di beni di consumo rimettendo in moto la produzione, l’occupazione e, in definitiva, l’economia. Razionalizzazione della spesa e sostegno a famiglie e imprese sono per noi due facce della stessa medaglia.

martedì, aprile 23, 2013

CON AMATO LEGA NORD ALL'OPPOSIZIONE


di Giacomo Stucchi

Quasi fosse un gioco dell’oca si ricomincia da dove si era lasciato tutto qualche giorno fa ma in condizioni diverse che consistono, in primis, nei pieni poteri di cui dispone ora il presidente rieletto, in secondo luogo nel potere di interdizione molto ridotto del Pd. Bersani infatti, con le sue dimissioni, non solo ha perso tutte le chance per poter continuare ad avere un ruolo di rilievo in questa legislatura ma ha anche ridotto, a chiunque nel suo partito gli succederà, ogni margine di manovra. Per la formazione del governo si è comunque aperta una partita dai ritmi serrati. Le stesso timing stringente impresso alla risoluzione della crisi politica la dice lunga sulla volontà del presidente Giorgio Napolitano di stringere i tempi, ma anche sulla determinazione dello stesso a far valere a pieno le sue prerogative costituzionali, compresa quella di sciogliere le Camere qualora non ci fossero le condizioni per la formazione di un nuovo governo. Un governo a guida Amato, o tecnico come quello di Monti, vedrebbe però la Lega Nord all’opposizione. Nel primo caso perché simbolo dello Stato centralista che ha messo le mani nei conti correnti dei cittadini con un prelievo forzoso, nel secondo perché si è rivelato incapace di venire incontro alle esigenze della gente comune limitandosi a tutelare gli interessi dei soliti poteri forti. Tuttavia qualsiasi governo si insedi a Palazzo Chigi il Carroccio non si metterà di traverso sulla strada della governabilità e anzi auspichiamo che si faccia presto e che non ci siano più tentennamenti di alcun tipo. Il nostro governo tipo deve adottare provvedimenti che favoriscano il lavoro, la creazione di migliori condizioni economiche per le imprese e le famiglie, una diversa distribuzione delle risorse sul territorio. Sul piano squisitamente politico non è un mistero il nostro progetto di costituzione della Macroregione del Nord, così come il completamento della riforma sul federalismo fiscale. Si tratta di novità epocali, coerenti con le esigenze di rinnovamento scritte nero su bianco dai dieci saggi, che cambierebbero il sistema da un punto di vista istituzionale, con la riforma del bicameralismo perfetto, ma anche da quello economico, con una diversa distribuzione delle risorse sul territorio.

giovedì, aprile 18, 2013

UNA SCELTA DI RESPONSABILITA'



di Giacomo Stucchi

Se c'è una forza politica che ha dimostrato di considerare prioritario il parere di un'opinione pubblica molto preoccupata, che non perde occasione per chiedere  ai partiti di far presto nell'elezione del capo dello Stato ma anche nella formazione di un nuovo governo, di certo quella è la Lega Nord. Il Carroccio ha fatto la sua parte con responsabilità. L'elezione di Franco Marini alla prima votazione poteva essere un'occasione per eleggere subito un capo dello Stato e spianare così la strada a un governo di corresponsabilità, unica seria possibilità per trovare soluzioni concrete ai problemi della gente.  Si sarebbe così dimostrato che la politica sa dare delle risposte guardando all'interesse comune e non solo a quello particolare di questo o di quel partito. Ma evidentemente il Pd, che già all'indomani del voto per le Politiche dello scorso febbraio non ha capito sino in fondo la gravità della situazione nella quale si trovano famiglie e imprese, che da troppo tempo aspettano soluzioni  ai loro problemi,  non è pronto per certe prove di maturità politica. Le varie correnti che lo compongono da due mesi  giocano a fare il loro congresso, prima con le consultazioni per la formazione del nuovo governo e adesso con l'elezione del capo dello Stato. Aspettiamo ora di vedere che strada prenderanno ma è logico che spetti alle principali forze politiche trovare una soluzione per eleggere un capo dello Stato che, finalmente nel pieno delle sue prerogative costituzionali, possa immediatamente espletare tutte le strade possibili affinché ci sia prestissimo un nuovo governo in grado di togliere la  molta polvere sotto il tappeto che l'esecutivo Monti potrebbe avere lasciato in eredità. Dal finanziamento della cassa integrazione al dramma degli esodati, così come alle molte lacune sul decreto legge che sblocca i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, esiste infatti il concreto rischio che il bilancio dello Stato si possa presto rivelare  molto diverso da come sino ad oggi è stato prospettato. Un motivo in più per far presto.

martedì, aprile 16, 2013

UNA PARTITA DIRIMENTE

di Giacomo Stucchi

Abbiamo sempre detto che per la Lega Nord è prioritaria la nascita  di un nuovo governo, prima dell'elezione del nuovo capo dello stato. In primis perché era, e rimane, urgente l'approvazione di misure a sostegno delle imprese e delle famiglie; secondo perché si sarebbero così distinti i due livelli di confronto tra le principali forze politiche. Non è andata così e il risultato,  sotto gli occhi di tutti, è quello di un' elezione divenuta dirimente anche per le sorti del futuro governo. I saggi convocati da Napolitano hanno completato il loro lavoro ma questo non ha spostato di una virgola l'irremovibilità di Bersani, risoluto ad andare avanti per la sua strada rifiutando ancora una volta l'offerta di collaborazione del Pdl. La situazione, se possibile, si è ancora più complicata  a seguito delle bordate di Matteo Renzi sulla rosa di nomi di esponenti  del Pd papabili per il Quirinale. Un favore fatto a Bersani, ha commentato qualche acuto osservatore, per avere così di fatto ristretto la scelta "da offrire" alle altre forze politiche ad uno o forse due nomi soltanto. Può darsi, ma il punto è che l'elezione del capo dello Stato dovrebbe essere incentrata sulle caratteristiche della persona da scegliere e non sul nome in quanto tale. Ciò che serve è una figura, di garanzia per tutti i cittadini, ma anche in grado di navigare nelle tempestose acque della politica di questi tempi, e ancor di più dotata di grandi capacità diplomatiche. Si tratta quindi di guardare a questo importante passaggio istituzionale con pragmatismo politico. Tanto più che il capo dello Stato  rimane in carica per un lungo periodo (sette anni!) durante il quale, ai ritmi di oggi, può davvero accadere di tutto. Un vincolo eccessivo, forse opportuno sessant'anni fa, che  oggi però potrebbe essere senz'altro rivisto. Inoltre bisogna  guardare all'elezione del nuovo presidente della Repubblica in considerazione delle sue importanti prerogative costituzionali, prima fra tutte la facoltà di dare l'incarico per la formazione del governo. Il nuovo capo dello Stato, nell'attuale contesto politico, potrebbe quindi decidere se mandare o meno Bersani alle Camere con o senza certezza dei numeri per la sua maggioranza. L'impressione, quindi, è che al momento sia soprattutto su questo che si gioca la partita.

domenica, aprile 14, 2013

14/04/13 - PALAZZAGO - FESTA LEGA NORD





sabato, aprile 13, 2013

13/04/13 - TOLMEZZO (UD) INCONTRO ELETTORALE





venerdì, aprile 12, 2013

12/04/13 - TRIESTE - INCONTRO ELETTORALE



12/04/13 - TRIESTE - Conferenza stampa e incontro elettorale di Roberto Maroni.




giovedì, aprile 11, 2013

IL TIRA E MOLLA SUL GOVERNO NON SERVE NESSUNO

di Giacomo Stucchi

Compito e funzione della pattuglia leghista al Parlamento di Roma è fare gli interesse del Nord. In questo momento il nostro principale obiettivo è quello di spingere affinché a livello centrale nasca un governo stabile di corresponsabilità, sostenuto  dalle principali forze politiche e con un'ampia ottica temporale davanti a sé, ma anche di contribuire all'elezione di un capo dello Stato che sia garante di tutti e non solo l'espressione di una parte politica. Solo con un esecutivo di legislatura, e con un presidente della Repubblica di garanzia, il Grande Nord può portare avanti il dialogo con le istituzioni centrali per l'approvazione delle riforme necessarie  alla nostra autonomia ma, anche delle misure idonee a venire incontro al grido di dolore che da tutte le parti si leva a causa della disastrosa situazione economica. In tal senso non possiamo che condividere l'allarme degli industriali che in tutti i modi esortano la classe politica a fare presto un governo perchè  il tempo per mettere in salvo le nostre imprese, il nostro sistema produttivo, e con esso milioni di posti di lavoro (come confermano anche gli ultimi dati ISTAT), sta davvero scadendo. A fronte di questa situazione economica il Pd dovrebbe al più presto prendere atto che, non avendo vinto le elezioni e  non potendo quindi governare né da soli né con la stampella grillina (più volte negata), l'unica strada possibile rimane l'offerta di collaborazione del Pdl. Qui non si tratta di ficcare il naso in casa d'altri, non  abbiamo mai   avuto  né voglia né interesse, ma non sfugge a nessuno che lo stallo politico determinato dalle indecisioni del  Pd non può continuare ancora a lungo. Esistono oneri ed onori  per la classe dirigente del Pd, e non solo quindi del suo segretario Bersani, che deve uscire da un atteggiamento di chiusura al Pdl o peggio  da posizioni vaghe. Il tira e il molla, il dire e il non dire, i sussurri nei corridoi dei palazzi della politica romana, non servono a nessuno, tanto meno a un sistema politico e istituzionale che ha bisogno di ripartire.

martedì, aprile 09, 2013

IL PD GIOCA SULL'EQUIVOCO SENZA PENSARE AI DRAMMI SOCIALI

di Giacomo Stucchi

Pare che si torni a dialogare  ma il sospetto è che si giochi sull'equivoco. Dicendosi disposto ad incontrare le delegazioni di Pdl e Lega Nord non vorremmo che Bersani pensasse di parlare solo di elezione del capo dello Stato, mentre invece va affrontata, e subito, la questione del governo. La sensazione è che il segretario del Pd   abbia già deciso di giocarsi tutto con il nuovo Presidente della Repubblica, mettendo in secondo piano  drammi sociali, quali il  milione e oltre di licenziamenti nel 2012 o il crollo del potere d'acquisto delle famiglie, che invece richiederebbero immediatamente  il varo di un governo di coalizione in grado di adottare misure forti e risolutive. E' incomprensibile come il segretario del Pd non si renda conto, con il suo atteggiamento di chiusura,  di prestare il fianco a critiche di tutti i tipi e di fornire a Grillo pretesti per nuove e inutili polemiche. Come quella sulle commissioni permanenti. Altro che 'golpe per svuotare il Parlamento', i grillini (in evidente crisi di consenso) vogliono dare a bere all'opinione pubblica dicendo di essere i difensori della democrazia, i buoni contro i cattivi. Ma si tratta di un inganno  nei confronti dei cittadini ai quali, per captatio benevolentiae, si vuol far pensare che esiste una connivenza di tutta la classe politica (ad eccezione dei Cinquestelle!) per non procedere alla costituzione delle commissioni. Non è cosi! Il Carroccio è pronto a fare la sua parte ma è giusto spiegare che le commissioni non si sono ancora insediate perché per farlo occorre che in Parlamento ci  sia una chiara maggioranza; solo così infatti è possibile procedere alla loro costituzione e quindi all'elezione  dei rispettivi Uffici di Presidenza. Se alla Camera dei Deputati la maggioranza è chiara, è al Senato invece che la maggioranza al momento non esiste e quindi è impervio procedere all'insediamento delle Commissioni. Ed è proprio questo il punto: la maggioranza non è ancora costituita in entrambi i rami del Parlamento perchè Bersani non si è deciso ad accettare l'offerta di collaborazione fatta dal Pdl, già all'indomani del voto dello scorso 24 febbraio, e che permetterebbe  di avviare le commissioni ma anche di far partire un Governo.



domenica, aprile 07, 2013

07/04/13 - PONTIDA





giovedì, aprile 04, 2013

BERSANI LA SMETTA CON LE TATTICHE DA PRIMA REPUBBLICA

A quasi quaranta giorni dalle elezioni politiche siamo ancora in alto mare e non risultano esserci ancora spiragli concreti per quanto riguarda la formazione di un governo politico, che abbia la forza e l'orizzonte temporale per  assumere decisioni che non possono più essere rinviate. Del resto chi pensava di potere lasciare Monti a Palazzo Chigi sine die, in attesa che la situazione politica si decantasse, è stato clamorosamente smentito. Il governo tecnico ha per sua natura delle caratteristiche, di tempo ma anche di rappresentatività, che per forza di cose ne limitano l'operatività. Inoltre, tra i tutti governi tecnici possibili, quello di Monti non finisce mai di stupire per improvvisazione, come dimostra anche l'iter sul decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione,  ma anche per i suoi continui stop and go. D'altra parte il solo fatto che a Palazzo Chigi ci siano ancora i tecnici è un anomalia da rimuovere il prima possibile. Mentre le imprese muoiono, le famiglie riducono ancor di più i consumi, e i nostri giovani non hanno una concreta prospettiva di trovare lavoro,  si cincischia ricercando soluzioni a un dilemma che è lo stesso da settimane: per dare un governo al Paese è necessario che le forze politiche responsabili guardino a ciò che possono fare insieme per il bene dei cittadini e non a ciò che non li vedrà mai d'accordo. Immaginiamo, peraltro, conoscendone anche personalmente l'indole umana oltre che la statura istituzionale, che sia stato questo l'obiettivo del presidente Napolitano quando ha deciso di incaricare i due gruppi di saggi per trovare dei punti d'intesa sui quali poter far partire un possibile governo politico.  Bersani  quindi la smetta di  perdere altro tempo prezioso, pensando di utilizzare i giorni  necessari al lavoro dei saggi per cercare maggioranze impossibili in Parlamento, o peggio immaginando di scambiare l'elezione del capo dello Stato con un accordo per il varo di un suo governo, e percorra l'unica strada possibile per uscire dallo stallo: quella di un governo di coalizione che affronti subito le questioni più urgenti. Tutto il resto è solo tattica da prima Repubblica che, come del resto dimostrano già i sondaggi di questi giorni, non premierà  né il Pd né il suo segretario.

martedì, aprile 02, 2013

PER MACROREGIONE SERVE INTERLOCUTORE NEL PIENO DELLE SUE FUNZIONI




di Giacomo Stucchi

Occorre una gran dose di ottimismo per aspettarsi dal lavoro dei saggi, chiamati dal presidente della Repubblica a districare una matassa politica sempre più complicata, qualcosa di concreto che possa portare davvero alla nascita di un governo in grado di affrontare le tante questioni sul tappeto. Giancarlo Giorgetti, preparato ed esperto parlamentare della Lega Nord, uno delle figure chiamate a consulto da Napolitano, sa di certo il fatto suo; per noi del Carroccio, che non permetteremo cincischiamenti di alcun tipo, ma soprattutto che non arretreremo mai sui temi che ci stanno più a cuore (dal trattenimento del 75% delle imposte sul territorio all'allentamento del patto di stabilità per i comuni) è una garanzia affinché il nostro programma non passi in cavalleria. Perchè il punto è proprio questo: il lavoro dei saggi ha un senso se non viene utilizzato per far prendere tempo a qualcuno che ha interesse a impantanare tutto. Una cosa è mettere nero su bianco i singoli punti di un programma da condividere con forze politiche disposte ad appoggiare un governo di coalizione, un'altra è invece replicare una strategia da prima repubblica, di tipo gattopardesco, che ufficialmente dà l'impressione di voler cambiare le cose ma che poi mira a non cambiare nulla. Il sospetto che qualcuno in Parlamento possa utilizzare il periodo necessario a far lavorare i dieci saggi come l'occasione per rinviare decisioni politiche rilevanti, magari subordinandole all'elezione del nuovo capo dello Stato, è comunque legittimo e al contempo credo fondato. Ma sia chiaro una cosa: la Lega Nord non scalpita per appoggiare Tizio o Caio ma ha l'interesse, più volte dichiarato, di avere a Roma un interlocutore istituzionale nel pieno delle sue funzioni con il quale discutere e decidere come realizzare il progetto della Macroregione. Ora che anche la Lombardia è saldamente nelle mani della Lega,noi siamo pronti al governo del Grande Nord, come ripeteremo forte e chiaro a Pontida domenica prossima, ma è a livello centrale che la situazione si deve sbloccare.