Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, luglio 31, 2012

UNA NUOVA MANOVRA NON SARA' A CARICO DEL NORD



di Giacomo Stucchi

Saremmo i primi a compiacerci dell'errata previsione ma la sensazione è che la melina sulla riforma delle legge elettorale sino ad oggi condotta dai partiti della 'strana' maggioranza che appoggiano il governo Monti, oltre ad una cronica incapacità degli stessi a saper pensare al bene del Paese e quindi al miglior sistema di voto possibile per garantire stabilità ed efficienza di governo, celi anche qualcos'altro. Nella continua girandola di colloqui tra il premier e i leader di partito della sua rissosa maggioranza sembra infatti inverosimile che non si sia parlato, oltre che di premi di coalizione o proporzionale, anche della possibilità di una nuova stangata di metà estate. Già, perché per scongiurare l'aumento dell'Iva nel 2013, e considerando anche i tassi d'interesse a cui sono stati piazzati sul mercato i Titoli del Tesoro (non altissimi ma nemmeno regalati!), non è da escludere che per far quadrare i conti pubblici qualche miliardo di euro debba essere reperito già entro le prossime settimane. Potrebbe essere questa, quindi, la vera ragione che alla fine porterebbe Pdl, Pd e Udc ad una tregua armata nel dibattito sulla riforma elettorale in vista del rush finale, che dall'inizio del prossimo anno porterà ad una lunga campagna elettorale in vista dell'ineludibile voto di primavera per il rinnovo del Parlamento. Se davvero nei piani del premier ci fosse a breve il varo di una nuova manovra è del tutto evidente come nessun partito chiamato ad avallare l'ennesimo (e sino adesso inutile) sacrificio varato dal governo Monti smanierebbe dalla voglia di andare a votare nel giro di uno o due mesi, per sottoporsi così al severo giudizio di un elettorato già oltremodo arrabbiato per le misure adottate nella prima parte del 2012. Misure che, peraltro, non hanno ancora dispiegato il loro pesante effetto sulle tasche dei cittadini, chiamati a dicembre a dover versare la seconda e più gravosa rata dell'IMU. Una tassa, quella introdotta da Monti a carico dei proprietari di immobili, che va ad appesantire una situazione già molto difficile per le famiglie, i cui bilanci sono falcidiati dal caro vita e in molti casi anche dall'assenza di reddito per la perdita dei posti di lavoro, ma anche per le piccole e medie imprese che soffrono per non potere usufruire né di una significativa dilazione delle scadenze fiscali, né di un accesso al credito. In ogni caso sia il premier sia la sua 'strana' maggioranza sappiano che la Lega Nord, unico presidio (fuori e dentro il Parlamento), con la sua classe dirigente, darà battaglia contro ogni manovra a carico del Nord.





lunedì, luglio 30, 2012

ARCENE - 30/07/12 - FESTA LEGA NORD







sabato, luglio 28, 2012

MARINA DI RAVENNA - 28/07/12 -FESTA LEGA NORD








venerdì, luglio 27, 2012

CIVIDATE - 27/07/12 - FESTA LEGA NORD





giovedì, luglio 26, 2012

LA VERA 'SPENDING REVIEW'? L'IMMEDIATA ADOZIONE DEI COSTI STANDARD NELLA PA

di Giacomo Stucchi

Sulla riforma della legge elettorale la Lega Nord ha già dato il suo contributo, in termini di chiarezza e di semplicità di applicazione delle modifiche, ma la melina nella quale la strana maggioranza che appoggia l'Esecutivo continua ad essere impegnata ha fatto diventare il dibattito davvero stucchevole. Ecco perché alla disputa sul nuovo sistema di voto, che se approvato almeno in un ramo del Parlamento prima della pausa estiva potrebbe portare il Paese alle urne già in autunno, preferiamo invece porre l'attenzione sul lavoro che i nostri gruppi parlamentari stanno portando avanti in difesa degli interessi del nord. Mi riferisco, in particolare, alla battaglia che il Carroccio sta conducendo per migliorare il provvedimento per la revisione della spesa pubblica, attualmente in discussione al Senato. Lo scopo è quello di modificare il più possibile il principio che sta alla base del provvedimento e che vede nell'applicazione dei tagli lineari una scure che colpisce in modo indiscriminato tutte le amministrazioni pubbliche, sia quelle virtuose che hanno garantito negli anni una buona ed efficiente gestione dei loro servizi mantenendo i conti in ordine, sia quelle inefficienti che hanno sperperato le loro risorse in mille rivoli clientelari. Tra i Comuni del nord a guida leghista, per esempio, sono molti quelli che acquistano beni e servizi a prezzi standard, in qualche caso anche al di sotto della media. E' quello che avrebbero dovuto fare tutti i Comuni del Paese se il governo Monti non avesse messo negli ultimi mesi le zavorre al nostro federalismo fiscale, ed in particolare all'adozione dei costi standard. Che adesso, anche a seguito di una recentissima sentenza della Corte Costituzionale (n.193/2012), in base alla quale i tagli alla spesa pubblica delle ultime manovre previsti come strutturali e definitivi scadranno nel 2014, diventano invece un passaggio obbligato. "I fabbisogni standard - come riconosce con onestà intellettuale un articolo pubblicato su Il 'Sole 24Ore' - che identificano le spese di ciascun ente giustificante sulla base delle proprie caratteristiche strutturali (popolazione, territorio e, per la polizia locale, presenza di campi nomadi, numero di scuole, di zone Ztl, ecc.), sono una riforma fondamentale per orientare la riduzione della spesa sugli sprechi e non sui servizi. Sui fabbisogni standard - continua l'articolo - è necessario che si orienti la spending review e la perequazione, superando il criterio della spesa storica". Insomma, la Lega Nord di governo ci aveva visto giusto e se il federalismo fiscale, e con esso l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di adottare i costi standard, fosse stato applicato sino in fondo probabilmente oggi noi avremmo già usufruito dei primi benefici effetti sul fronte della razionalizzazione delle spesa pubblica. Con il governo dei Professori, invece, stiamo ancora a discutere su cosa e dove tagliare!

martedì, luglio 24, 2012

LE TATTICHE DELLA 'STRANA MAGGIORANZA' PER RESTARE INCOLLATI ALLE POLTRONE

di Giacomo Stucchi

Il capogruppo del Pdl alla Camera dei Deputati Fabrizio Cicchitto in un'intervista ha detto che "andare ad elezioni anticipate segnerebbe il fallimento dei partiti che sostengono il governo". Si tratta di un'affermazione lapalissiana rispetto alla quale non si può proprio fare a meno di replicare a Cicchitto, così come a qualsiasi altro dirigente o militante del Pdl che facesse la medesima riflessione, che il fallimento di Monti, a prescindere dal fatto che si vada o meno ad elezioni anticipate, è già nei fatti! L'attendismo della 'strana maggioranza' che appoggia il governo denota inoltre molta tattica politica e poca sostanza, proprio in un momento in cui i mercati, ma anche la situazione interna del Paese, richiederebbero invece meno tatticismi e molta più concretezza. Certificato come meglio non potrebbe essere, sia da fattori interni che da quelli internazionali, il fallimento dell'azione di governo dei Professori non ha attenuanti che possano limitarne le responsabilità. Un governo, infatti, insediatosi grazie ad una manovra di Palazzo con l'obiettivo dichiarato di calmierare lo spread, e le speculazioni finanziarie sul nostro debito pubblico sui mercati internazionali, oltre a non essere riuscito nell'intento ha, se possibile, peggiorato le cose. Ad aggravare la situazione interna ci stanno oggi le conseguenze della politica economica e sociale del Governo in carica che, aumentando la pressione fiscale ma anche il disagio sociale di centinaia di migliaia di famiglie, ha innescato una recessione economica senza precedenti nella storia recente. Come venirne fuori? Mentre le forze politiche che appoggiano il premier continuano a fare melina sulla riforma della legge elettorale, che invece se approvata subito spianerebbe la strada ad elezioni anticipate, noi del Carroccio siamo già andati alla sostanza delle cose avanzando una nostra riforma del sistema di voto in grado di garantire governabilità e rappresentatività. Ma si tratta delle stesse cose che vogliono i partiti che attualmente appoggiano Monti? Ne dubitiamo fortemente. La sensazione infatti è che la 'strana maggioranza' miri soltanto ad una legge elettorale che non obblighi in alcun modo a dichiarare anzitempo le eventuali alleanze con le quali presentarsi al corpo elettorale. Ovvero, far finta di accapigliarsi in campagna elettorale, magari facendo a gara a chi rinnega di più i provvedimenti varati dal governo Monti, per poi, se la situazione lo richiedesse e pur di restare incollati a comode poltrone di potere, ricompattarsi senza colpo ferire.

lunedì, luglio 23, 2012

TORRE BOLDONE - 23/07/12 - FESTA LEGA NORD







domenica, luglio 22, 2012

OGGIONA - SANTO STEFANO - 22/07/12 - FESTA LEGA NORD






venerdì, luglio 20, 2012

MANTOVA - PONTI SUL MINCIO - 20/07/12 - FESTA LEGA NORD






giovedì, luglio 19, 2012

MES E FISCAL COMPACT "ABBRACCIO MORTALE"

di Giacomo Stucchi

L'attivismo della Lega Nord sul fronte delle riforme, sia quelle istituzionali sia quella relativa ad un nuovo sistema di voto che garantisca governabilità e rappresentatività degli eletti, nasce dalla primaria esigenza di far uscire il Nord, in particolare, ma anche tutto il resto del Paese, dall'impasse nel quale il governo dei tecnici ci ha condotto. Se lo spread ha toccato di nuovo quota 500 e l'economia non dà alcun segnale di ripresa, il grido di dolore di tutte le categorie sociali non può che aumentare, unitamente alla sensazione di una sempre crescente impotenza di un governo incapace di evitare che la nave affondi. La stessa impotenza che caratterizza l'insolita maggioranza che tiene in vita il governo Monti e che continua a dimostrarsi miope sui provvedimenti legislativi da adottare. Come quelli approvati in Parlamento sulla ratifica in via definitiva del Trattato europeo sul Fiscal compact. Un accordo il cui prezzo, come ha giustamente detto in Aula Giancarlo Giorgetti annunciando il voto contrario del Carroccio, è "pesantissimo e da pagare a condizioni insostenibili". Definito dal ministro per le Politiche Ue Enzo Moavero Milanesi come un "momento storico", l'approvazione del Trattato a noi pare invece un abbraccio mortale del Paese ad un sistema europeo che non lascerà più agli Stati membri un briciolo di sovranità. Oltre a prevedere la 'golden rule' dell'obbligo di pareggio di bilancio per i Paesi aderenti al Trattato, il fiscal compact prevede infatti l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell'eccedenza ogni anno. In pratica si tratta di un percorso 'lacrime e sangue' che, considerando soprattutto gli attuali livelli dei tassi di interesse coi quali finanziamo il nostro debito pubblico sui mercati, significherà dire definitivamente addio ad ogni ipotesi di crescita e di sviluppo della nostra economia. Un percorso che peraltro non è alla nostra portata anche perché una condizione essenziale sarebbe che tutto il Paese producesse e lavorasse allo stesso ritmo e contribuisse quindi allo stesso modo a pagare le tasse. Invece, il governo di professori e banchieri che sta a Roma, e che mai come oggi si sta dimostrando contro il Nord, sa perfettamente che allo stato attuale delle cose ogni speranza di poter 'onorare' le clausole del Trattato sul 'fiscal compact' sono riposte solo sulla capacità del Nord di continuare a tirare la carretta, come è sempre accaduto negli ultimi cinquant'anni e come non potrà più essere. Ecco perché, con queste prospettive, la proposta della Lega Nord di una nuova legge elettorale che garantisca governabilità e rappresentativa è quanto mai opportuna. Dobbiamo assolutamente garantire al Nord di potere essere ben rappresentato per non continuare ad essere fregato; ed in tal senso la Lega è l'unico movimento che può condividere davvero gli interessi del Nord, ma a condizione di essere ancora più forte che in passato.

TREVIOLO - 19/07/12 - FESTA LEGA NORD





martedì, luglio 17, 2012

CON IL PD AL GOVERNO VOLEREBBERO GLI STRACCI

di Giacomo Stucchi

Certe immagini sono più eloquenti di mille parole. Così è per quelle che ritraggono i dirigenti del Pd all'ultima assemblea del loro partito, finita in gazzarra tra gli sguardi attoniti dei vari Bersani, Bindi e Finocchiaro. Sia chiaro, non è certo il sottoscritto a scandalizzarsi per un'assise politica più vivace del solito, non è questo il punto, ma c'è dell'altro che è molto più significativo. C'è infatti la pretesa di un partito e dei suoi dirigenti, il Pd appunto, di avere sempre le giuste soluzioni per tutto. Almeno così va dicendo Bersani da anni, e in particolare nell'ultimo anno; da quando cioè è cominciata questa maledetta deriva economico-finanziaria che ha portato lo spread a livelli solo qualche tempo fa inimmaginabili, e la nostra economia in una situazione di stallo. Quindi, la caduta del governo Berlusconi, l'ascesa di quello tecnico con la complicità di "ABC" e dei poteri forti, istituzionali, economici e multimediali, le riforme lacrime e sangue su pensioni, Imu e mercato del lavoro e, alla fine, ci ritroviamo oggi con un pugno di mosche in mano e un partito, che avrebbe dovuto essere egemone (nel senso di sapere indicare agli altri la strada da seguire) che invece litiga al suo interno su unioni gay e su primarie; argomenti per loro importanti ma che credo risultino secondari rispetto alla esigenza di indicare una strada per uscire dal tunnel della crisi economica nella quale ci troviamo! Insomma, il partito della retta via, quello che solo qualche mese fa era sicurissimo che tolto di mezzo Berlusconi si sarebbe potuto avere addirittura un calo immediato dello spread, si scopre oggi non ammutolito, il che sarebbe già un fatto positivo, ma devastato da lacerazioni interne. Immaginate quindi gli esponenti del Pd all'opera in un'eventuale coalizione di governo: credo che dalle finestre di Palazzo Chigi volerebbero gli stracci. Del resto nella sinistra sono ancora scioccati dalla negativa esperienza di governo fatta dell'Unione di prodiana memoria, e ogni segnale di una recrudescenza di quel clima riapre ferite mai del tutto rimarginate. Ecco perché la Lega Nord, con il suo segretario federale Roberto Maroni, si è fatta promotrice di una proposta che riformi il sistema di voto garantendo però due cose: un premio di governabilità e il ripristino delle preferenze. Due novità che, se introdotte, metterebbero chi vince nelle condizioni di governare davvero, e darebbero al cittadino la possibilità di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento. Le proposte della Lega Nord però non si fermano alla legge elettorale, ma riguardano anche le riforme istituzionali, come il Senato federale e una giusta riduzione del numero dei parlamentari, che si farebbe ancora in tempo ad approvare entro la legislatura. Sempre che, nel frattempo, il Pd smetta di litigare e si occupi davvero delle cose più urgenti per il Paese.

venerdì, luglio 13, 2012

BERGAMO - 13/07/12 - ASSEMBLEA UPL c/o Provincia di Bergamo




giovedì, luglio 12, 2012

IL NORD NON PAGHERA' PER GLI SPRECHI DEGLI ALTRI

di Giacomo Stucchi

La raffica di tagli previsti nella spending review varata dal duo Monti-Bondi non può essere operata a danno del Nord. Ciò che c'è da tagliare, soprattutto nel settore dei trasporti e della cura della salute, potrà anche essere legittimo ed opportuno in linea generale, cioè guardando al sistema nel suo complesso, ma non lo è se si pensa a quelle regioni, del Nord appunto, dove i servizi funzionano senza sprechi e soprattutto dove i cittadini pagano, con le loro tasse, anche buona parte di questi servizi per il resto del Paese. Ecco perché non possiamo accettare tout court i tagli previsti nel decreto. Questa spending review, più che una razionalizzazione della spesa pubblica, a noi pare un déjà vù: ovvero un'esperienza già fatta coi governi centralisti della Prima repubblica che per decenni, coi soldi dei contribuenti (lombardi, veneti, ecc) hanno fatto cassa per risanare i debiti e gli sprechi perpetrati da amministratori incapaci del centro e del sud. Si tratta di un nitido ricordo del quale ancora oggi la nostra gente continua a pagare le conseguenze. E' ora di dire basta! Mettiamo una volta per tutte le carte in tavola: il problema non è mai stato il sud in quanto tale, ma una certa classe politica e amministrativa che ha sempre utilizzato la gestione della cosa pubblica per fini clientelari e mai costruttivi. Non è un caso infatti se, secondo una relazione della Corte dei Conti, ad esempio una Regione come la Sicilia, con uno Statuto speciale dagli ampi poteri legislativi e amministrativi, si ritrovi oggi 17.995 dipendenti: circa cinque volte tanto quelli della Lombardia, che tra l'altro ha il doppio degli abitanti! E nel 2011, proprio mentre eravamo in piena crisi economica, 4.857 di questi passavano da contratto a termine, a quello a tempo indeterminato. Una circostanza che, hanno segnalato ancora alla Corte dei Conti, avrà gravi effetti sui conti negli anni a venire. Ma c'è di più, perché a questi numeri ufficiali ne vanno aggiunti altri: come i 7.291 dipendenti delle società controllate dalla Regione Sicilia o come i 2.293 dipendenti a tempo, più forestali e lavori socialmente utili. Si tratta di dati e cifre che, ne siamo certi, scandalizzano per primi quei siciliani onesti che non vorrebbero avere nulla a che vedere con certi tipi di politiche clientelari. Ma, tornando alla spending review del governo dei professori, il punto è che non possono essere previsti tagli ai servizi, come noi abbiamo già considerato accadrà con le misure previste nel decreto, con conseguenze uguali per tutti, quando a coprirne i costi complessivi è solo il Nord. Per questo motivo un governo onesto dovrebbe rivedere il provvedimento per parametrare i tagli in base alle necessità dei cittadini ma anche alla virtuosità ed efficienza delle singole Regioni. Le esigenze di cassa dello Stato centrale non possono costituire l'unico parametro da utilizzare, né il criterio in nome del quale il Nord debba essere costretto a tagliare i servizi ai suoi cittadini, solo perché altrove - e non solo in Sicilia - qualcuno ha deciso di assumere in modo clientelare un esercito di dipendenti pubblici, pensando tranquillamente di farseli pagare da "chi sta su al Nord"!


GRUMELLO DEL MONTE - 12/07/12 - FESTA LEGA NORD



martedì, luglio 10, 2012

LEGA NORD, TERRITORIO E POPOLO: UNITI PER VINCERE

di Giacomo Stucchi

Anche nei momenti più difficili c'è sempre stata la forte convinzione che se la Lega Nord avesse continuato a interpretare genuinamente, come da sempre, e farsi carico delle più che giuste esigenze del territorio di riferimento, e dei popoli che vi vivono e lavorano, avrebbe nuovamente avuto un ruolo determinante nel panorama politico e istituzionale di questo Paese. I sondaggi degli ultimi giorni premiano la serietà e il lavoro dei militanti onesti e danno la Lega in forte risalita, nonostante le difficoltà vissute negli ultimi mesi. Il crinale si sta superando, ma tutto questo non basta! Per essere in una condizione di parità, sia con il Governo centrale sia con quello di Bruxelles (dove è ipotizzabile che sempre di più verranno stabilite le politiche economiche dei singoli Stati) e potere quindi dettare le nostre condizioni, il Nord e la Lega devono diventare la stessa cosa. Il progetto di sempre del Carroccio, ovvero portare la questione settentrionale al centro del dibattito politico, deve diventare un progetto condiviso da tutti i cittadini del Nord che, leghisti o meno, abbiano a cuore la soluzione dei problemi del loro territorio. Così mentre i partiti centralisti, di destra e di sinistra, si accapigliano su come fare per restare ancorati alle proprie poltrone, guardando quindi alle modifiche della legge elettorale non come occasione utile per dare il migliore governo possibile al Paese ma come strumento per favorire se stessi, e fanno finta di scandalizzarsi per la disponibilità del premier a rimanere al suo posto ben oltre la primavera del 2013, cosa che peraltro avevamo ampiamente anticipato, la Lega Nord continua l'iniziativa politica aprendo al territorio e ai cittadini. Una strategia vincente, che sta già dando i suoi frutti, e che ha nel lavoro di squadra il suo propellente. Ecco perché, così come stabilito dal Consiglio Federale, l'Ufficio Politico Federale è stato strutturato in 11 Dipartimenti e 2 Consulte. Un team snello ma capillare che dovrà dare voce al nostro territorio e produrre iniziative politiche e amministrative concrete. Un progetto ambizioso nel quale assumono un ruolo determinante i nostri sindaci e amministratori, ovvero le sentinelle della Lega Nord. I nostri sindaci ricevono i loro concittadini ogni giorno e costituiscono quindi un patrimonio unico che funge anche da cinghia di trasmissione tra la base e il movimento. Si tratta di amministratori seri, preparati, poco inclini alle chiacchiere e sempre a contatto diretto con i cittadini. Una forza, insomma, che tutto il mondo politico ci invidia, insieme ai tantissimi militanti che animano le sedi della Lega Nord sul territorio.

venerdì, luglio 06, 2012

COLOGNO AL SERIO - 06/07/12 - FESTA LEGA NORD