Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, settembre 30, 2011

BARGAMO - 30/09/11 - BERGAMO SCIENZA







giovedì, settembre 29, 2011

SUBITO MISURE A FAVORE DI IMPRESE E FAMIGLIE

di Giacomo Stucchi


Esistono almeno due considerazioni sulle quali vale la pena soffermarsi e che sono direttamente connesse alla sfiducia al ministro per le Politiche Agricole Saverio Romano, respinta dalla Camera dei Deputati con 315 voti. Il primo riguarda le opposizioni. Ai dirigenti di Pd, Idv e Terzo Polo dovrebbe ormai essere chiaro che le loro trappole parlamentari non solo non sortiscono l’effetto desiderato, ovvero la caduta del governo, ma producono il risultato contrario. Come già altre volte in passato, infatti, anche in questa occasione il fronte delle opposizione ha perso dei pezzi, in quest’ultimo caso i radicali. Agli occhi degli elettori che credibilità può mai avere una coalizione che non riesce a stare unita nemmeno quando si trova all’opposizione, e quindi senza responsabilità di governo? L’impressione che si ha, corroborata peraltro dagli esiti di passaggi parlamentari come quello della sfiducia a Romano, è di una cronica incapacità, da parte delle varie anime della sinistra, del centro, ma anche di transfughi del centrodestra alla ricerca di una nuova collocazione che garantisca loro la permanenza in Parlamento, di agire all’unisono. Il dato politico che se ne ricava è quindi che all’attuale maggioranza di governo non c’è un’alternativa seria, a meno che non si faccia riferimento ad un fronte molto composito che si sfarina tutte le volte che deve dimostrare di esistere. Non voglio nemmeno immaginare i guai che questa variegata galassia di partiti avrebbe potuto causare se lo scorso 14 dicembre 2010 fosse riuscito il loro ribaltone! Di certo i cittadini ne avrebbero pagato duramente le conseguenze. Tutto ciò premesso, la seconda considerazione da fare riguarda però il ruolo della Lega Nord e il futuro del governo. Agli avversari, che mirano soprattutto a spaccare il nostro Movimento, dico di mettersi l’anima in pace perché il Carroccio è unito e determinato a portare a casa risultati concreti per la Padania. Superata l’ennesima imboscata della sinistra, il voto su Romano alla Camera è stato infatti un passaggio politico che mirava a far cadere il governo, bisogna ora approvare misure economiche a sostegno delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. Provvedimenti concreti, come quello della semplificazione delle procedure burocratiche, devono avere una corsia privilegiata. Da qui in avanti il tempo che rimane in questa legislatura dovrà essere impiegato per varare misure in grado di bilanciare i sacrifici chiesti ai cittadini con il varo delle ultime manovre economiche. Tutto il resto, compreso l’ipocrita atteggiamento della sinistra, per la quale quando sono esponenti di primo piano del Pd ad essere coinvolti negli scandali non se ne deve parlare, mentre se si tratta di altri (peraltro mai della Lega Nord!) bisogna metterli alla gogna, sono questioni sulle quali in questo momento non vale la pena perdere tempo prezioso.

martedì, settembre 27, 2011

L'INFORMAZIONE A SENSO UNICO DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi



Se c’è una cosa che riesce benissimo alla sinistra è quella di fare del male al Paese. Ciò che da anni si oppone all’asse Bossi-Berlusconi, l’unica alleanza tra leader politici che ha saputo garantire stabilità politica e affidabilità dei conti pubblici, è infatti un fronte molto composito fatto di tanti partiti, alcuni dei quali fuori del Parlamento per volontà degli elettori, ma che non si danno pace per non esserne dentro. Questo fronte ha già dato prova di incapacità a Palazzo Chigi. Ecco perché fanno un pò sorridere le ultime dichiarazioni di Bersani che mirano a rassicurare i cittadini: ”La prossima fase non sarà un cadere nel vuoto, non c'è il diluvio dopo Berlusconi, il diluvio c'è adesso". E ancora:”Il Pd sta lavorando sul progetto per il paese". E’ come se il segretario del Pd, consapevole dei pessimi precedenti della sinistra al governo, mettesse le mani avanti. Inoltre, essere costretti a dover sottolineare di “lavorare al progetto per il Paese” serve a porre l’attenzione su un qualcosa che evidentemente nessuno ha notato! Eppure non si può negare che il Pd non abbia dalla sua una parte dell’informazione. Il Tg3, per esempio (il cui costo di gestione e personale viene pagato però da tutti i contribuenti,a prescindere dalle loro preferenze politiche), sta conducendo una scandalosa campagna propagandistica contro la Lega Nord. Alla vigilia del voto alla Camera, sulla sfiducia al ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, il tg della Rai (targato Pd) mira infatti a screditare il nostro movimento proponendo servizi “giornalistici” scandalosi. Se si va ad una festa di partito e si intervistano dieci o cento militanti, è abbastanza normale che non troverai mai l’uniformità di pensiero. In democrazia ognuno esprime liberamente la propria opinione. Confezionare però una serie di interviste, tutte a senso unico, contro la Lega, risponde a quel tipo di informazione di regime in uso in certi regimi che nulla hanno a che fare con la democrazia. Può darsi che in Rai, e anche dalle parti di qualche tv privata, esista ancora qualcuno che immagina che il comunismo non sia morto, di certo però non sembrano essere spariti certi suoi metodi. Chi si rende artefice di questo tipo di informazione sappia però che il mondo è cambiato. ‘Divide et impera’ è la solita strategia della sinistra che mira a incunearsi nella coalizione di governo, sia con le trappole in Parlamento, sia fomentando un clima di antipolitica diretto prevalentemente contro la maggioranza. Un gioco sporco al quale si sono aggiunti i nuovi oppositori del Governo, ovvero i promotori del fallito voto di sfiducia del 14 dicembre 2010. Costoro, essendo a rischio di rielezione, devono per forza di cose trovare una nuova collocazione politica, altrimenti nessuno ne parla più. Sia la sinistra, sia gli alleati dell’ultima ora di Bersani e Di Pietro, sappiano però che gli elettori non sono ingenui e ciò che in passato ha già fallito non potrà essere riproposto a loro come la panacea di tutti i mali.

sabato, settembre 24, 2011

MARTINENGO - 24/09/11 - POSA DELLA PRIMA PIETRA NUOVO CENTRO SPORTIVO































venerdì, settembre 23, 2011

NON CADREMO MAI NELLE TRAPPOLE DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi



L’arresto del consigliere politico del ministro Tremonti e parlamentare del Pdl, Marco Milanese, avrebbe avuto delle conseguenza sulla tenuta del governo difficilmente controllabili. Esattamente il contrario di quello che serve in questo momento alla Padania, che ha tutto l’interesse a portare a termine quelle riforme che servono a liberarla dal centralismo romano, e al Paese, già interessato da una estrema volatilità economica e finanziaria. La premessa serve a far capire, senza tanti giri di parole, quale fosse la posta in palio: fare il gioco della sinistra, alla quale non importa nulla delle sorti del Paese ma interessa solo scalzare Berlusconi, ne tantomeno è interessata a garantire una stabilità di governo indispensabile per affrontare le difficili sfide che ci aspettano. Sbaglia quindi chi ritenesse il voto parlamentare su Milanese come un fatto fine a se stesso, non lo era. Chiariamo subito che, sul piano giudiziario, il voto del Parlamento non impedisce in alcun modo al processo di proseguire e quindi il procedimento giudiziario andrà avanti come sarebbe avvenuto per qualsiasi altro cittadino. Se Milanese dovesse risultare colpevole sarà condannato. Semmai è evidente l’atteggiamento incoerente e strumentale del Pd che prima si fa promotore, insieme ai radicali, della campagna contro la carcerazione preventiva e poi invece vota per l’arresto di Milanese solo perché spera che questo porti alla caduta del governo. La Lega Nord invece, guidata dal suo Segretario Federale Umberto Bossi, ha dimostrato di essere unita, forte e coesa. Noi abbiamo scelto da tempo la via democratica per fare quelle riforme che la Padania aspetta da anni e l’alleanza con il Pdl è strumentale a questo fine. La Lega non offrirà mai alla sinistra l’occasione per fermare questo processo riformatore e riportare indietro le lancette dell’orologio. Se Berlusconi cadesse si aprirebbe una crisi politica al buio che è esattamente lo scenario al quale mirano vecchi e nuovi oppositori del governo. Tutti insieme appassionatamente, da Bersani a Bocchino, dalla Bindi a Di Pietro, da Vendola a Vetroni, dal 2008 le hanno tentate davvero tutte per rovesciare il governo legittimamente eletto dal popolo ed insediare a Palazzo Chigi un’ammucchiata che non avrebbe né un leader né un programma. Sono certo che il nostro popolo ha ben presente questo rischio e che condivida quindi la scelta di responsabilità fatta dal Carroccio. Siamo al governo per fare le riforme e vogliamo utilizzare lo scorcio di legislatura che rimane per completare la rivoluzione federalista anche sul piano costituzionale e per adottare misure in grado di favorire la crescita economica a tutela delle nostre aziende e dei nostri lavoratori. Tutto il resto, dal frullatore mediatico- giudiziario al gossip di Palazzo, lo lasciamo alla sinistra e a quanti sono in politica non per costruire qualcosa ma solo per distruggere l’avversario.

PALOSCO - 23/09/11 - FESTA LEGA NORD













martedì, settembre 20, 2011

LA PADANIA NON AFFONDERA' PER COLPE NON SUE

di Giacomo Stucchi

Come prevedibile il nuovo giudizio sul nostro Paese dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, unitamente alle paginate di inchiostro pubblicate dai giornali e dedicate ai verbali delle intercettazioni sulle conversazioni, private, del premier coi suoi interlocutori, ha dato la stura agli esponenti delle opposizioni per dare addosso al governo e al presidente del Consiglio con rinnovato vigore. Ciò che più lascia perplessi di questa situazione che stiamo vivendo, al di là delle vicende personali di Berlusconi o dei motivi che hanno portato l’agenzia a tagliare il rating italiano, è la sterilità delle argomentazioni degli avversari vecchi e nuovi del governo. Si dice, per esempio, che le dimissioni di Berlusconi sarebbero lette dai mercati come un segnale di discontinuità e quindi porterebbero dei vantaggi. Qualcuno li ha addirittura calcolati in termini di spread, ovvero di differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, che si ridurrebbe a nostro vantaggio. C’è poi l’argomento, sempre valido, di un governo dalle larghe intese che, tolto di mezzo (politicamente!) Berlusconi, avrebbe le mani libere per fare le riforme che servono al Paese e, come per miracolo, metterebbe d’accordo tutti. Insomma, se non siamo al delirio poco ci manca! La verità è che, in primo luogo, le agenzie di rating non sono il Vangelo ma delle società private che, sulla base di loro studi, forniscono giudizi su titoli obbligazionari e imprese. Alcune di esse, le più grosse, esprimono tali giudizi sui titoli di Stato. Senza per questo voler sminuire la loro importanza è tuttavia davvero singolare che dal parere di una società privata dipendano le sorti economiche e politiche di un Paese. Probabilmente la verità sta nel mezzo, e cioè il giudizio espresso è una spia da tenere in considerazione ma non può determinare le sorti di questo o di quel governo. Sulle larghe intese poi vorremmo chiedere, a chi le propone, a cosa servirebbero. In altre parole, di quali riforme si parlerebbe in un eventuale siffatto esecutivo? Per quanto ci riguarda, la prima cosa da mettere sul tappeto sarebbe il differenziale economico esistente tra le regioni Padane, che ogni anno registrano un attivo primario di diverse decine di miliardi di euro, e il resto del Paese che invece accumula debiti. Paradossale, quindi, che si parli dell’abolizione delle Province, che porterebbe al risparmio di qualche centinaia di milioni di euro, e non di come fare per eliminare, o almeno ridurre, il differenziale di decine di miliardi di euro tra la Padania e le altre regioni. Chissà poi se un governo delle 'larghe intese' potrebbe mettere subito in pratica l’adozione dei costi standard che impedirebbero, per esempio, che il costo di un ricovero in ospedale sia nel Lazio quasi il doppio della media del Paese. Sono queste, e non altre, le priorità da affrontare e metterle in primo piano, come ha fatto il nostro Segretario Federale Umberto Bossi alla festa dei Popoli Padani a Venezia, significa guardare in faccia la realtà. La Padania non vuole affondare con il resto del Paese per colpe non sue, ma governi di larghe intese, o inciuci in stile prima Repubblica, sarebbero un rimedio peggiore del male.



domenica, settembre 18, 2011

VENEZIA - 18/09/11 - FESTA NAZIONALE DEI POPOLI PADANI











































sabato, settembre 17, 2011

SANTA BRIGIDA - 17/09/11 - INAUGURAZIONE SCUOLA COMUNALE































venerdì, settembre 16, 2011

PARIGI - 16/09/11 - CONSIGLIO D'EUROPA





















giovedì, settembre 15, 2011

E ADESSO SI GUARDI ALLE RIFORME STRUTTURALI

di Giacomo Stucchi



L’approvazione della manovra non fa fare salti di gioia a nessuno. Per quanto ci riguarda la consideriamo un fatto contingente, da non potere evitare, giustificato solo dall’impellenza di assumere decisioni in grado di non fare affondare il Paese; e comunque, durante tutto l’iter di approvazione del provvedimento, l’impegno della Lega Nord a renderlo il meno penalizzante possibile per i cittadini più deboli e per i Comuni non è mai venuto meno, anzi. Nel nostro ultimo intervento su ‘La Padania’ avevamo però fatto riferimento alla necessità che, da parte di tutti gli attori protagonisti della vita istituzionale e politica del Paese, ci fosse un maggiore senso di responsabilità nell’affrontare la difficile situazione che stiamo vivendo. I fatti registrati nelle ultime ore danno un’idea di quanto fosse opportuno quell’appello! Il punto è che se non capiamo tutti che i provvedimenti appena approvati servono a salvare il Paese dal baratro, nel quale si può cadere un po’ per cause storiche (vedi il nostro debito pubblico da record), un po’ per la congiuntura internazionale (che vede in difficoltà tutte le maggiori democrazie del mondo, in primis quella a stelle e strisce), davvero non ne usciamo più. Nei giorni scorsi abbiamo più volte fatto riferimento al ruolo dell’opposizione, e alla sua strategia che giudichiamo non all’altezza della situazione, al punto da chiederci da che parte sta il Pd. Oggi non possiamo che continuare a porci lo stesso quesito. Perché è vero che la situazione è difficile ma il Governo e la maggioranza stanno facendo la loro parte. Abbiamo approvato, ancora una volta a tempo di record, quelle misure che la stessa Bce aveva considerato indispensabili per una navigazione più tranquilla del nostro Paese, fornendo peraltro un segnale politico di coesione della maggioranza che, considerato il momento, non ci pare una cosa di poco conto. Di contro che fa la sinistra? Prima fa azione di terrorismo psicologico sull’opinione pubblica paventando la possibilità che l’asta del Tesoro per il collocamento dei nostri Titolo di Stato vada deserta, cosa che non si è verificata, e poi denigra la manovra appena approvata poiché “non in grado – dice Bersani – di convincere i mercati”. Il segretario del Pd però fa finta di dimenticare che i contenuti del provvedimento sono stati valutati positivamente dai massimi esponenti delle istituzioni comunitarie europee, nell’incontro avuto questa settimana con il presidente del Consiglio Berlusconi, e continua con la solita litania, nella quale immaginiamo ormai non creda neppure lui, di richiesta di dimissioni del premier. Che senso ha? A noi pare che invece l’obiettivo di tutta la classe politica, pur nelle diversità delle posizioni, dovrebbe essere quello di rassicurare i mercati e di approvare rapidamente riforme strutturali che taglino la spesa pubblica inutile e stimolino la crescita. Si tratta di una sfida difficile ma nessuno, tra quanti hanno a cuore le sorti di questo Paese, vi si può sottrarre.

martedì, settembre 13, 2011

LA NOSTRA BATTAGLIA E' QUANTO MAI OPPORTUNA

di Giacomo Stucchi


Da mesi ormai viviamo una situazione di emergenza economica finanziaria internazionale che sta mettendo a dura prova i sistemi politici e sociali nel loro complesso, con conseguenze sia per i cittadini sia per le forze politiche che li rappresentano. La più grave di queste conseguenze, per quanto riguarda il punto di vista di un deputato della Lega Nord, che sta a Montecitorio per fare gli interessi della Padania e portare a casa dei risultati concreti, è quella di doversi soffermare quotidianamente sulle necessità contingenti, quelle cioè che sono necessarie a far sì che il sistema nel suo complesso non deflagri. In questa situazione di estrema volatilità, che probabilmente non ha precedenti nella storia recente, tutti devono assumersi le proprie responsabilità e comportarsi di conseguenza. Questo vale per le forze politiche, anzitutto, ma anche per le istituzioni nel loro complesso, dalle forze dell’ordine alla magistratura, dai sindaci ai consiglieri comunali. Nessuno meglio degli uomini e delle donne della Lega Nord conosce i problemi che i primi cittadini e i presidenti di province incontrano quotidianamente sul territorio. Una parola, ‘territorio’, che per noi non è un’entità astratta, o da utilizzare solo quando conviene, ma l’essenza della nostra attività politica. Quest’ultima non avrebbe senso se non fosse correlata al continuo tentativo di venire incontro proprio alle esigenze delle comunità, nelle quali viviamo trecentosessantacinque giorni all’anno. Per questo ci siamo battuti per limitare al massimo i tagli ai Comuni previsti nella manovra, per questo stiamo difendendo le pensioni, per questo in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini ci aspettiamo che tutta la classe politica dia esempio di moralità. Il Carroccio, il movimento politico che più degli altri sostiene la lotta per il cambiamento, profondo e radicale, del sistema politico e istituzionale, è chiamato oggi, dagli eventi e dalle necessità, a dare di sé una grande prova di maturità. Il nostro tradizionale raduno per celebrare la festa dei Popoli Padani assume quest’anno un significato tutto particolare. In primo luogo, perché in molti aspetti della crisi in atto ci sono le prove di quanto sia sempre stata giusta e opportuna la nostra battaglia politica. Dal fallimento delle politiche globali, che mortificano le specificità dei popoli, all’impossibilità di andare avanti con un Paese diviso in due (con un nord che traina, e che paga per tutti, e un sud non ancora in grado di darsi una classe dirigente seria e responsabile) le ragioni del nostro programma politico sono oggi più che mai valide. In secondo luogo, perché non dobbiamo tradire la fiducia di quanti (e sono tanti) vedono in noi l’ultimo baluardo, l’ultimo punto di riferimento in un mondo afflitto da mille problemi.

venerdì, settembre 09, 2011

SAN GENESIO - 09/09/11 - FESTA NAZIONALE LEGA NORD TOSCANA











































giovedì, settembre 08, 2011

PAGHIAMO ANCHE LE INCONGRUENZE DELL'EURO

di Giacomo Stucchi



Le altalene dei titoli di Stato italiani sui mercati, che inevitabilmente pongono al centro dell'attenzione internazionale sia i nostri fondamentali economici sia le decisioni prese da Governo e Parlamento nelle ultime manovre economiche, non vanno interpretate soltanto come un segno di debolezza del nostro sistema economico e finanziario. La sensazione è che, al contrario di quanto vorrebbero far credere le opposizioni, unitamente a certi poteri interessati solo a far cadere il governo legittimamente eletto dai cittadini, le turbolenze finanziarie non dipendano solo da quanto deciso a Palazzo Chigi, ma da ben altro. Facciamo una premessa. L’Italia, come è noto, fa parte dell’Eurozona nella quale vigono delle regole che i singoli Stati membri hanno accettato. Il fatto è che queste regole hanno la presunzione di valere quando si parla di economia o dei parametri da rispettare per continuare a poter adottare una moneta unica, ma poi, direi inevitabilmente, le regole spariscono quando si parla di una politica comune europea sul fronte della difesa o della politica estera o sociale. Se fossimo alle prese con una costruzione abusiva piazzata nel bel mezzo di un parco naturale la chiameremmo ecomostro, ma poiché parliamo di Unione Europea la definiremo “euromostro”! Ovvero l’assurda pretesa dei burocrati, che operano a Bruxelles, di stabilire le politiche economiche dei singoli governi senza però doversi preoccupare di come farle accettare dai cittadini. Costoro nell’ultimo decennio si sono solo occupati di far rispettare dei parametri economici senza considerare che un’economia è fatta anche di crescita e non solo di rigidità. Continuare a far credere che sia possibile mantenere in vita un’unione monetaria ed economica, che impone delle rigide regole, che né i singoli Stati né tanto meno i cittadini possono esimersi dal rispettare, senza avere delle gravi conseguenze nelle società dei singoli Paesi, è la più grossa ipocrisia del secolo. Che si può anche cercare di far passare per verità nei confronti di gran parte dell’opinione pubblica, costretta peraltro a dover subire le conseguenze di decisioni prese dall’alto, ma che invece esplode in tutta la sua virulenza quando bisogna fare i conti con gli operatori finanziari dei mercati che non votano ma comprano. Ed è esattamente quello che sta accadendo. Gli operatori sui mercati finanziari stanno lucrando sulle debolezze dell’euro ma soprattutto sulle sue incongruenze. Ed ecco perché potremo discutere tutte la manovre che vogliamo ma se non prendiamo atto che qualcosa non va a livello più generale, che non sia solo in riferimento alla necessità delle nostre riforme strutturali (delle quali nessuno nega la necessità, anzi), non renderemo un buon servizio ai nostri cittadini ma saremmo solo complici nel contribuire a divulgare una grossa bugia.

mercoledì, settembre 07, 2011

ALBANO S. ALESSANDRO - 07/09/11 - FESTA LEGA NORD





















martedì, settembre 06, 2011

MA LA SINISTRA DA CHE PARTE STA?

di Giacomo Stucchi



Che ci aspettassero altri giorni di passione sull’altalena dei mercati finanziari era purtroppo nelle previsioni. Ma la conseguenza più gravedi quanto sta accadendo, ormai da mesi, è che la politica nel suo complesso si debba muovere nei tempi e nei modi dettati dai mercatifinanziari senza averne gli strumenti per farlo. Dare addosso al Governo, accusandolo di essere “latitante”, come ha detto il senatoredel Pd Enzo Bianco in una trasmissione televisiva, non è vero e non serve a niente, tanto meno a “rassicurare” i mercati. Tanto più cheBianco sa perfettamente che proprio al Senato si sta febbrilmente lavorando in queste ore, anche con l’apporto dell’opposizione, pervarare una manovra quanto più efficace ed equilibrata possibile. Ma ci rendiamo conto che la platea televisiva costituisce sempre una ghiotta occasione per sparare bordate contro il Governo. Al quale si chiede di avere le prestazioni di una Ferrari quando ci troviamo a bordo di una “500”! Il Governo, così come il Parlamento, non ha mai smesso di lavorare. Ha continuato a discutere sui contenuti della manovra ed è logico che farlo in pochi giorni, con il fiato sul collo delle speculazioni finanziarie, può portare a commettere delle accelerazioni dagli esiti non sempre prevedibili. Abbiamo un sistema legislativo tra i più farraginosi del mondo e un Capo del governo con bassissime prerogative decisionali. Come se non bastasse stiamo attraversando una tempesta economico- finanziaria, probabilmente senza precedenti nella storia recente, dinanzi alla quale persino gli Stati Uniti (coi poteri eccezionali che lì sono riconosciuti al suo Presidente) non riescono a cavare un ragno dal buco. Inoltre i tonfi nelle Borse non riguardano solo l’Italia ma tutta l’Europa. Se la situazione dovesse precipitare non sarebbe solo il nostro Paese a pagarne tutte le conseguenze ma tutti i Paesi dell’Eurozona e non solo. A dieci anni di distanza dall’ingresso dell’Italia nel sistema dell’euro discutere se sia stato un bene o un male costituisce solo una disquisizione, ma che sia profondamente sbagliato dare addosso al governo per presunte responsabilità di quanto sta accadendo oggi è fuori discussione.Chiunque fosse stato al governo avrebbe avuto le medesime difficoltà. Ecco perché ci chiediamo da che parte sta la sinistra. Che senso ha che il maggior partito di opposizione, in Senato collabori con la maggioranza per il varo della manovra, salvo poi scendere in piazza afianco della Cgil per lo sciopero generale? Nessuno mette in discussione il diritto di un sindacato a scioperare ma se nel Pd qualcuno pensa di trarne un vantaggio politico ed elettorale, non ponendosi invece il problema di come uno sciopero generale in questo momento davvero potrebbe metterci in condizioni simili alla Grecia, siamo davvero in una situazione preoccupante.

domenica, settembre 04, 2011

ALMENNO SAN BARTOLOMEO - 04/09/11 - FESTA LEGA NORD












































BOLGARE - 04/09/11- FESTA LEGA NORD


























































giovedì, settembre 01, 2011

LE RICOSTRUZIONI "PARZIALI" DI VELTRONI

di Giacomo Stucchi



Eravamo incuriositi e quindi abbiamo assistito al dibattito televisivo sui Kennedy, trasmesso da La7 nella puntata di “In onda” in occasione del primo episodio della serie televisiva su una delle famiglie più popolari della storia recente americana, ma abbiamo dovuto constatare con rammarico che in studio il commentatore unico della serata, ovvero l’ex segretario del Pd Walter Veltroni, ha parlato poco di Usa e molto di Italy. Incoraggiato dalle domande dei conduttori Veltroni non si è certo fatto pregare e si è cimentato in certe ricostruzioni di vicende politiche di casa nostra che, per dovere di cronaca e amore della verità, non possiamo fare a meno di commentare. Per esempio quando l’”Obamadenoantri” ha detto che “il Paese ha un bisogno assoluto di riforme vere e profonde per evitare il tracollo” ma che “la principale preoccupazione oggi di questa maggioranza è solo di smontare le poche ch sono state abbozzate”. Vera la prima parte della frase, falsa la conclusione. E’ vero infatti, e la Lega Nord lo sostiene ormai da decenni, che il Paese ha un disperato bisogno di riforme strutturali che lo cambino da cima a fondo, ma lo è altrettanto il fatto che il Governo in carica ha varato la più grande riforma della storia della Repubblica che è quella del federalismo fiscale! Dinanzi alle emergenze economiche e finanziarie di carattere planetario che inevitabilmente coinvolgono direttamente anche il nostro Paese, con l’aggravante di essere su questo fronte particolarmente esposti, considerato il fardello del nostro enorme debito pubblico, è logico che negli ultimi mesi la manovra economica sia il primo punto all’ordine del giorno. Ma è ingeneroso, oltre che intellettualmente poco onesto, non riconoscere che il federalismo fiscale è una riforma epocale che, una volta a regime, può servire a cambiare davvero il sistema. L’abbandono della spesa storica per passare all’adozione dei costi standard, tanto per citare uno dei tanti aspetti della riforma, costituisce una novità che rompe gli schemi con il passato. “Riformismo – ha poi aggiunto l’ex segretario del Pd – è saper fare quello che serve al Paese sfidando ogni conservatorismo, ma dando al contempo l’idea di un progetto complessivo di innovazione di cui il governo sia strumento”. Belle parole, peccato che il Pd nella legislatura in corso questi buoni propositi li abbia messi in pratica solo per qualche mese, giusto il tempo di un fugace confronto con la maggioranza sulla riforma del federalismo fiscale, per lasciare poi il passo al muro contro muro. Un atteggiamento assunto nel nome del riformismo, o piuttosto dettato dalle ragioni dell’antagonismo con il nemico-alleato Di Pietro, che sull’aggressività al Governo ha costruito le sue fortune politiche? Quando si fanno delle ricostruzioni storiche, a maggior ragione quando si usufruisce di una vasta platea qual è quella televisiva e per giunta senza contradditorio, i fatti vanno ricordati tutti e non parzialmente.