Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

domenica, giugno 26, 2011

SPIRANO - 26/06/11 - FESTA LEGA NORD









































































ZOGNO -26/06/11 - FESTA LEGA NORD















































giovedì, giugno 23, 2011

L'ECO DI PONTIDA FORTE E CHIARO NEL MONDO POLITICO

di Giacomo Stucchi


Straordinarie queste opposizioni. Innanzi tutto per essere tante e poi per essere anche così diverse tra loro. Al punto che il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, che quando inizia a parlare a braccio si sa da dove comincia ma non dove vada a parare, ha ammesso, nel corso del dibattito alla Camera sullo stato della maggioranza, di aspettare di essere convocato dal Pd per sapere che cosa fare! Un’ammissione totale se non di “colpevolezza” politica, di certo di inconcludenza. Come inconcludenti sono state del resto le parole di Bocchino e Casini che ormai, quando intervengono in un dibattito politico, sembrano avere solo un conto aperto con il premier Berlusconi e, perdendo di vista del tutto l’interesse dei cittadini, ambiscono soltanto alla possibilità di poterlo regolare al più presto. Sul Pd invece, se possibile, c’è ancora meno da commentare. Perché a Bersani, così come alla classe dirigente del Pd, bisognerebbe innanzi tutto che qualcuno spiegasse che le amministrative e i referendum non hanno registrato una vittoria del loro partito. Tanto è vero che sia a Milano sia a Napoli, i candidati a sindaco, sul cui operato vigileremo attentamente, non sono iscritti del Pd. Sul referendum poi non crediamo che i dirigenti del Pd possano avanzare alcun tipo di primogenitura, ne' trarne chissà quali conclusioni a loro favore dal momento che sia il nucleare sia l'acqua sono temi che esulano dagli schieramenti politici e anche per questo hanno portato alle urne tanta gente. Per cui tanta baldanza nell’esplicitare la presunta validità delle proprie tesi politiche, sia che questo avvenga nel corso di dibattito parlamentare o di una partecipazione ad un programma televisivo, non è davvero giustificata. La conclusione è che, fuori dalla coalizione di centrodestra, l’alternativa per una guida seria del Paese non esiste. Tuttavia il fatto che gli oppositori non siano all’altezza della situazione non significa che nella maggioranza ci si possa crogiolare. Perché l’obiettivo della coalizione di governo, oltre a misurarsi, o se il caso confrontarsi, con gli avversari, è soprattutto quello di pensare agli interessi dei cittadini. Ecco perché, sulla base del programma dettato a Pontida dal popolo della Lega, occorre che il Governo marci spedito con vigore e con una nuova spinta riformatrice che permetta di ottimizzare il periodo che manca da qui alla fine della legislatura. Come parte essenziale e determinante della maggioranza, il Carroccio ha poi il dovere di mettere a frutto ogni minuto dei prossimi mesi ed ogni occasione che si presenti utile a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. In tal senso l’eco della linea politica dettata nel nostro raduno sul suolo bergamasco è stato forte e chiaro nel mondo politico, dentro e fuori il Parlamento, e deve servire da sprone ad accelerare. Per passare, come ha giustamente detto il nostro Segretario Federale Umberto Bossi, dalle parole ai fatti.

OSIO SOPRA - 23/06/11 - FESTA LEGA NORD































PONTIROLO NUOVO - 23/06/11 - FESTA LEGA NORD































martedì, giugno 21, 2011

AVANTI CON LE RIFORME E SULL'AGENDA DETTATA A PONTIDA

di Giacomo Stucchi



Ci risiamo. Davamo quasi per scontato che il raduno della Lega Nord di Pontida con l’intervento del Segretario Federale Umberto Bossi avrebbe scatenato sui media una specie di gara alla migliore esegesi. Solo che citando il discorso a spizzichi e bocconi, prendendo una parola di qua e un’altra di là, alla fine non si capisce più nulla. In realtà l’agenda politica dettata da Bossi al premier per andare avanti in questa legislatura è molto chiara ed è stata anche messa nero su bianco. Un elenco di punti programmatici che la Lega chiede al governo di realizzare entro il dicembre 2011. Non poteva essere altrimenti per un Movimento avulso alle trame di potere romano, che ha sempre fatto le sue scelte alla luce del sole davanti al suo popolo, senza sotterfugi di alcun tipo. Tra i punti compresi nell’elenco anche quello sulla riduzione dei costi della politica. Una battaglia sacrosanta che serve per dare un esempio di buon governo ad un’opinione pubblica sempre più sgomenta dinanzi agli sprechi della politica, ma anche a reperire risorse finanziarie non indifferenti da utilizzare su altri fronti, come quello degli aiuti alle famiglie o alle piccole imprese. Su questa questione vogliamo essere chiari, anche per non dare adito alla sinistra, o all’informazione di parte, di alimentare polemiche e inutili strumentalizzazioni. Quando parliamo di riduzione dei costi della politica ci riferiamo a tutte quelle spese, che se tagliate non inficerebbero nessuna forma di garanzia democratica del nostro sistema politico. Basti pensare alle spese per i dipendenti pubblici delle regioni a statuto speciale che, secondo un’inchiesta di Sergio Rizzo pubblicata sul Corsera, vedono ad esempio la Sicilia spendere per i propri dipendenti 12 volte in più rispetto al Veneto, e in generale una netta differenza tra Nord e Sud. Qui non si tratta di essere contro il Meridione, perché sappiamo con certezza che i primi a non poterne più di tali sprechi sono proprio i cittadini, quelli onesti, del Sud, ma di dire una volta per tutte basta allo status quo. Così come bisogna intervenire presto e bene per modificare i vincoli del patto di stabilità dei Comuni che avendo i conti a posto hanno il diritto di poter utilizzare le loro risorse. In questo quadro il voto favorevole della Lega Nord alla Camera al decreto sviluppo è da intendere come la prima tappa di un percorso politico e parlamentare che da qui ai prossimi mesi dovrà portare all’intera approvazione dell’agenda politica dettata a Pontida. Non ci sono altre vie per potere andare avanti sino alla fine naturale della legislatura. Ecco perché al popolo della Lega Nord diciamo avanti tutta sulla strada delle riforme con la consapevolezza, come ha detto Bossi a Pontida, di non volere mandare in malora il Paese.

domenica, giugno 19, 2011

PONTIDA - 19/06/11





































































































































giovedì, giugno 16, 2011

BOSSI E IL SUO POPOLO, UN RAPPORTO INDISSOLUBILE

di Giacomo Stucchi



A leggere certi resoconti su alcuni giornali, che tentano di interpretare a loro piacimento il mondo della Lega Nord e la sua storia, viene quasi da sorridere. Pensare di spiegare un movimento politico o cimentarsi in previsioni sui comportamenti della sua gente e della sua classe dirigente, senza conoscerne sino in fondo tutti gli aspetti e le caratteristiche, è infatti un’impresa tanto improba quanto inutile. Fare riferimento agli eventi politici ed elettorali di questi giorni o alle contingenze degli ultimi tempi può certo essere utile ma tali elementi, da soli, non possono essere presi come punto di riferimento per prevedere cosa farà la Lega Nord nell’immediato futuro. Molto più utile invece è concentrarsi sul raduno di Pontida 2011 che non a caso viene descritto da giornalisti e osservatori come cruciale nell’agenda politica del Paese. Il fatto che quest’anno il tradizionale appuntamento leghista cada in un momento cruciale per la vita del Governo è infatti innegabile. Così tra gli osservatori in molti si chiedono quali conseguenze possano avere le parole di Bossi per il futuro della legislatura e fors’anche del centrodestra. La storia della Lega Nord racconta che Pontida è sempre stato un appuntamento particolare, a metà strada tra un raduno popolare e un’assemblea pubblica nella quale il nostro Segretario Federale Umberto Bossi ha sempre dettato la linea politica. Ma per capire sino in fondo il significato che per i leghisti ha il raduno di Pontida bisogna prima soffermarsi sul rapporto che i militanti hanno con Umberto Bossi. Sin dagli esordi, quando nel mondo politico i soloni dei partiti tradizionali (alcuni dei quali sono ancora all’opera sia nella sinistra, sia nel terzo polo!) erano scettici sulla capacità del Carroccio di poter un giorno dettare l’agenda politica del Paese, Bossi ha sempre anticipato i tempi. L’appuntamento di inizio estate sul suolo bergamasco è diventato così un rito nel corso del quale i militanti incontrano Bossi e quest’ultimo incontra il suo popolo. Un rapporto indissolubile, che si dimostrerà tale anche quest’anno, perché come abbiamo già cercato di spiegare in altri interventi su La Padania Bossi è la Lega e la Lega è Bossi. Il movimento non esisterebbe cioè senza il suo Capo e la sua guida. Ecco perché siamo certi che in quest’estate che si annuncia difficile, soprattutto per le mille implicazioni politiche, ma anche per le decisioni che dovranno essere prese, Pontida rappresenterà un punto di svolta per il Carroccio ma anche per l’intero centrodestra. Bossi in 25 anni di Lega non ha mai sbagliato e quindi la cosa più normale, per noi che della Lega Nord facciamo parte, è quella di affidarci anche questa volta totalmente alle sue soluzioni e strategie a difesa della nostra gente. Ecco perché invitiamo tutti i leghisti a venire a Pontida per sostenere molto calorosamente Umberto Bossi e per ascoltare le sue parole che, come sempre, saranno foriere di grandi decisioni nell’interesse della Padania.

martedì, giugno 14, 2011

RIPARTIRE DA PONTIDA

di Giacomo Stucchi



Sarà Pontida lo spartiacque di questa legislatura e, forse, del futuro della coalizione di centrodestra. Se è vero infatti che l’esito del voto referendario non può valere in assoluto come test politico (persino Bersani ha riconosciuto che non immagina certo che il 57% degli elettori sia passato con la sinistra!), è altrettanto vero però che la Lega Nord non ha nessuna intenzione di continuare a subire nel prossimo futuro altri risultati elettorali negativi. Per questo l’intervento del nostro Segretario Federale Umberto Bossi di domenica prossima sul suolo bergamasco, con le proposte che saranno avanzate per dare risposte concrete alle esigenze della nostra gente, segnerà un punto di svolta. La Lega Nord non sta al Governo per galleggiare ma, al contrario, per veleggiare con le riforme verso il cambiamento che ci siamo impegnati a fare. La richiesta di dimissioni del Governo da parte della sinistra non costituisce certo una novità e non ci intimorisce, né condiziona le nostre scelte. Queste saranno fatte in piena autonomia, con serenità di giudizio e avendo sempre presente la nostra meta, ovvero la piena attuazione del percorso federalista, con la conseguente liberazione dallo strapotere romanocentrico. Per questo sbaglia di grosso chi, a sinistra come nel terzo polo, intende strumentalizzare il doppio responso elettorale amministrativo e referendario per mettere nell’angolo la Lega Nord, che in Padania rimane il movimento politico con il più forte legame con il territorio e con la gente. Il risultato del voto quindi costituisce per noi uno sprone ad andare avanti. Una battaglia da vincere è, per esempio, quella che dia la possibilità ai Comuni virtuosi e ben amministrati di poter spendere i soldi già nelle loro casse sul territorio per fare investimenti senza dover sottostare al patto di stabilità. Su questa, e su molte altre proposte, come il ridimensionamento drastico della nostra partecipazione alle missioni internazionali, che potrebbero servire a liberare risorse e velocizzare lo sviluppo, è giunto il momento di mettere le carte in tavola. L’alleanza con il Pdl è sempre stata funzionale alla realizzazione del nostro scopo che era e rimane quello di liberare la Padania, modernizzando tutto il sistema Paese. Non sfugge a nessuno quindi che se tale alleanza non dovesse più risultare idonea al raggiungimento dei nostri obiettivi il Carroccio non potrà ignorare la volontà dei propri elettori. Ma i giochi non sono ancora chiusi. I cittadini infatti non hanno bocciato né il nostro programma elettorale originario, la cui validità rimane intatta e sul quale anzi si deve accelerare aggiornandolo, né i risultati raggiunti, ad esempio in tema di sicurezza grazie al Ministro Maroni, ma chiedono senza mezzi termini maggiore risolutezza nel portare avanti le riforme strutturali e anche nel venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese. Più attenzione quindi al sociale, al lavoro e al fisco. Se il Governo, anzichè galleggiare, facendo tesoro di quanto dirà Umberto Bossi domenica prossima a Pontida, procederà compatto verso obiettivi ambiziosi non c’è ombra di dubbio che i consensi torneranno a crescere.

giovedì, giugno 09, 2011

LE "VERGINELLE" DEL PD E DEL TERZO POLO CADONO DALLE NUVOLE

di Giacomo Stucchi



Partiamo dalla buona notizia della settimana parlamentare che consiste nell’approvazione bipartisan, in Commissione, del settimo decreto legislativo del Federalismo fiscale, riguardante l’armonizzazione dei bilanci pubblici. Nel nostro ultimo intervento su La Padania avevamo auspicato che la migliore risposta da dare agli elettori, dopo l’esito del voto amministrativo, fosse proprio quella di continuare presto e bene sul programma delle riforme. Quindi ne siamo doppiamente lieti. Positivo peraltro che sul tema si sia trovato l’accordo con le opposizioni, seguendo la strada maestra della condivisione delle riforme strutturali che cambieranno per sempre il Paese. Lo stesso purtroppo non si può certo dire che avvenga sul fronte, sempre molto caldo, delle misure da adottare per favorire lo sviluppo e quindi la ripresa economica. Leggendo certi commenti ed editoriali, pubblicati su giornali non certo contigui al Governo, si ha quasi l’impressione che il dibattito in corso nella maggioranza, che vede il premier, il nostro Segretario Federale Umberto Bossi e il ministro del Tesoro Tremonti al lavoro per trovare una soluzione che coniughi le esigenze di crescita dell’economia con quelle della stabilità dei conti, sia quasi una questione personale tra i tre. Come se l’enorme debito pubblico accumulato da decenni di mal governo della Prima Repubblica, che costituisce un fardello che ci portiamo dietro e con il quale qualsiasi governo deve fare i conti, fosse stato creato dal centrodestra solo negli ultimi tempi. Qui si sta discutendo, con coscienza e nell’esclusivo interesse dei cittadini, su come coniugare l'alleggerimento della pressione fiscale alle famiglie e alle imprese, magari con la riduzione dell’Irpef e in ogni caso con una riforma fiscale che semplifichi la vita a tutti i cittadini, con le esigenze di rigore economico che l’Europa chiede e che obbligano il Paese a raggiungere un pareggio di bilancio entro il 2014. Roba da far tremare i polsi a chiunque! Un simile sforzo, oggettivamente difficile, dovrebbe vedere tutte le forze politiche unite nel trovare delle soluzioni condivise. Invece, purtroppo, assistiamo alle strumentalizzazioni di una opposizione che pur di incassare un vantaggio elettorale addirittura rinnega se stessa. Sui referendum, per esempio, inizialmente il Pd non aveva nemmeno raccolto le firme derubricando la faccenda ad iniziativa unilaterale dello scomodo alleato Di Pietro. Oggi invece si scopre referendaria perché ha capito che se si superasse il quorum, visto l’aria che tira, questo potrebbe essere interpretato, a torto, come un segnale sfavorevole nei confronti del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Del tutto risibili poi le parole di Bersani secondo cui il “governo non sta in piedi perché i temi economici e sociali non sono stati affrontati e ora inizia ad arrivare la resa dei conti”. L’aria da “verginelle” istituzionali, che nulla sanno della politica degli ultimi decenni di questo Paese, non si addice né ai dirigenti del Pd né a quelli del cosiddetto Terzo Polo, il cui unico obiettivo è quello di poter fare l’ago della bilancia tra le due maggiori coalizioni per poterne ricavare delle posizioni di rendita politica. Senza peraltro dover fare il minimo sforzo per provare almeno a risolvere i problemi del Paese.

CALCINATE - 09/06/11 - FESTA LEGA NORD









































































martedì, giugno 07, 2011

CON I DIVARI ECONOMICI TRA PADANIA E SUD PIU' DIFFICILE LA RIPRESA

di Giacomo Stucchi



Se tra i vecchi e nuovi oppositori del Governo ci fosse qualcuno in grado di suggerire soluzioni concrete ai problemi del Paese lo ascolteremmo con piacere. Purtroppo però, al di là dei soliti ragionamenti privi di costrutto e dei consueti attacchi al Governo con conseguente richiesta di dimissioni, non si registra una sola proposta degna di nota. Il messaggio che gli elettori hanno dato al centro destra è stato molto chiaro. Ecco perché bisogna andare avanti cercando di coniugare il completamento delle riforme già avviate, con l’approvazione di tutti i decreti attuativi del federalismo fiscale, con una graduale riduzione delle tasse alle famiglie e alle imprese. Sono però ingiuste, oltre che false, le critiche di chi sostiene che il Governo sia rimasto a guardare dinanzi agli effetti negativi della lunga crisi economica. E’ vero invece che le conseguenze che la congiuntura sfavorevole continua a portarsi dietro (basti pensare agli interventi del Governo per finanziare la cassa integrazione) hanno di fatto “bruciato” ingenti risorse, ma per fortuna hanno evitato il peggio a molte famiglie. Le misure del Governo per combattere la crisi, così come la stabilità dell’esecutivo e dei conti pubblici, ci sono quindi state ed hanno fatto la differenza tra noi e altri Paesi dell’area euro che oggi hanno grosse difficoltà ad agganciare la ripresa economica. Certo, guardando in casa nostra, ci sarebbe piaciuto fare di più. Nessuno però può negare che chiunque si trovi a governare nel nostro Paese deve fare i conti con problemi strutturali e atavici di un sistema economico e sociale molto variegato, che vede tra l’altro la Padania che produce e un sud che nel migliore dei casi arranca. A tal proposito l’Istat certifica infatti che nel 2010 l’indicatore economico della crescita è positivo. Il Pil nazionale registra un +1,3%, frutto però di un divario territoriale che vede la ripresa soprattutto nel Nord-est (dove il Pil nel 2010 è avanzato del 2,1%, un dato che supera quello della media dei Paesi euro che si assesta su 1,7%) a fronte di un Sud che a livello di crescita rimane a +0,2%. Si tratta di numeri che danno l’idea di quanto sia difficile far decollare un economia penalizzata da profonde differenze e che tuttavia occorre superare con provvedimenti di peso in grado di dare una scossa al sistema. In questo quadro perciò sia la stabilità politica, che la Lega Nord e il Pdl hanno garantito tutte le volte che hanno governato, sia la tenuta in ordine dei conti pubblici, sulla quale vigila il ministro dl Tesoro Tremonti, sono da considerare un valore aggiunto. Soprattutto rispetto ad una sinistra che anche dopo il risultato delle amministrative, che si pensava foriera di qualche novità, propone sempre la solita minestra riscaldata delle grandi ammucchiate, e in più coi suoi protagonisti che hanno già ripreso a litigare tra loro. Insomma, il solito ginepraio romano che mette insieme tutto e il suo contrario.

sabato, giugno 04, 2011

MILANO - 04/06/11 - FINALISSIMA MISS PADANIA 2011